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Profughi, in arrivo dall’Etiopia mamma e figli

Sono attesi per la settimana prossima a Casa Celestina, in via Giovanni XXIII, in centro a Cerro, struttura di proprietà della diocesi di Verona, una mamma e quattro figli preadolescenti provenienti da un campo profughi dell’Etiopia. Arriveranno a Roma martedì mattina con un centinaio di altri profughi dopo i primi 25 accolti in novembre nell’ambito dell’iniziativa «Corridoi umanitari», prevista nel protocollo d’intesa fra Stato italiano, Comunità di Sant’Egidio e Conferenza episcopale italiana. L’accoglienza è finanziata dalla Caritas italiana e Fondazione Migrantes con fondi dell’8 per mille, e si propone di trasferire dall’Etiopia 500 profughi in due anni. «La gestione è affidata alla Caritas diocesana e a noi, come parrocchia, è stato chiesto di accompagnare il percorso di integrazione sociale e lavorativa. L’accoglienza sarà a Villa Celestina e la Caritas diocesana si occuperà anche della gestione della famiglia», anticipa il parroco don Franco Dal Dosso, «noi ci stiamo attrezzando come Caritas parrocchiale per sistemare l’appartamento e fornirlo del minimo necessario per una famiglia. Cercheremo di creare da subito relazioni attente e sensibili verso persone che provengono da situazioni di disagio profondo». In paese c’è già un’altra famiglia, genitori e due bambini, presenti come Cas, centro di accoglienza straordinaria, in via di trasformazione in Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: la domanda, respinta dalla Prefettura per un vizio di forma, è stata ripresentata nei termini corretti. Alla luce di questo e in ragione di una convenzione fra Anci e ministero dell’Interno che vincola al 3 per mille le presenze di migranti nel Comune che aderisce al progetto Sprar, la sindaca Nadia Maschi era convinta che non ci sarebbero stati altri arrivi in paese oltre alle due famiglie previste dal progetto: «Valuteremo con la Prefettura questo evento, alla luce anche degli accordi che erano stati presi». «Si tratta di modalità diverse che non coinvolgono il Comune o la Prefettura», precisa don Franco, «perché tutto fa parte di un progetto che guarda alla dimensione cristiana dell’accoglienza: i fondi sono quelli della Conferenza episcopale», aggiunge il sacerdote, che ricorda l’impegno della Caritas parrocchiale, vivo da anni per il sostegno delle persone in difficoltà anche e soprattutto del paese. In mezzo alla navata della chiesa, due sacchi di pellet per il riscaldamento domestico ricordano ai fedeli l’impegno per una Quaresima di solidarietà. Un’altra famiglia verrà ospitata con le stesse modalità nella parrocchia di Mezzane. •

V.Z.

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