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A San Bortolo

«Portate a casa i vostri rifiuti». Ma i rifiuti restano lì e scompare il cartello

A San Bortolo
A sinistra gli alpini, a destra il cartello sparito
A sinistra gli alpini, a destra il cartello sparito
A sinistra gli alpini, a destra il cartello sparito
A sinistra gli alpini, a destra il cartello sparito

È sparito dal muro in sasso dell’area sosta all’ingresso del paese di San Bortolo, nel comune di Selva di Progno, il cartello in legno verniciato che il gruppo alpini aveva realizzato con un invito esplicito ai turisti: «Gli alpini vi offrono gratuitamente quest’area privata. Trattatela con rispetto e portate a casa i vostri rifiuti», era scritto con caratteri scolpiti nel legno massello. Il cartello è sparito, sono invece rimasti i rifiuti gettati dentro e fuori il camino che il gruppo aveva realizzato anni fa, per quanti volessero utilizzarlo per una grigliata.

 

L’area infatti è molto ambita perché in prossimità della strada provinciale 17 che sale da Sant’Andrea e ha al proprio interno una sorgente di acqua potabile a cui molti si riforniscono. «Il cartello era presente da un anno, imbullonato nel muro con dei tasselli. Lo avevamo realizzato per sensibilizzare ed educare i visitatori al rispetto del luogo. Non ci sono cestini e non ci sono cassonetti dell’immondizia, perché il Comune di Selva di Progno è stato il primo fra quelli montani ad adottare la raccolta dei rifiuti domestici porta a porta», spiegano gli alpini.

«Sembrerebbe naturale arrivare con vettovaglie, cestini, sacchetti di carne e verdure, cartoni e lattine di bevande e dopo aver consumato il pasto riporre tutto negli stessi contenitori e riportarlo a casa per destinarlo alla raccolta differenziata. Invece bisogna specificarlo e nonostante questo i rifiuti continuano a esserci e quello che fa più male anche gli atti vandalici», denunciano gli alpini di San Bortolo.

Ma chi potrebbe aver avuto interesse ad appropriarsi di un cartello, per quanto ben fatto, ma con scritte che si riferiscono a quel luogo e non possono certo stare nel giardino di qualche abitazione? Escluso il vandalismo, perché non si sono trovate tracce del cartello gettato nei paraggi e neanche parti dello stesso, una delle ipotesi a cui credono di più gli alpini è che sia stato usato, pur con tutto lo strato di vernice che lo ricopriva, per alimentare il fuoco, con indubbio beneficio salutare per chi ha mangiato carne grigliata ai vapori di solvente. L’ipotesi trova conferma dal fatto che i maniaci della griglia hanno anche divelto un paletto di una recinzione del pascolo, buttato sul fuoco della griglia e rimasto in parte incombusto.

«Dopo ogni fine settimane qui troviamo di tutto: a parte gli avanzi di cibo, ci sono stati perfino pneumatici, immondizia, tutto quanto uno pensa sia utile disfarsi. Non si rendono conto che ogni giorno qui c’è gente che passa per andare a lavorare e si ferma per ripulire non sopportando di vivere nello sporco e nell’abbandono. Siamo davvero rammaricati», aggiungono gli alpini che stanno valutando se chiudere con un cancelletto il camino, rilasciando la chiave solo dietro richiesta per avere un maggior controllo su chi utilizza l’area di sosta e picnic o se installare delle telecamere per un controllo da remoto dei movimenti e delle presenze. L’inciviltà è vizio diffuso e a San Bortolo lo vedono quotidianamente: alla fontana si fermano anche tanti ciclisti che abbandonano gli imballaggi dei loro integratori o bicchieri di plastica usati per dissetarsi alla fonte. Ci sono stati tentativi di scasso alla piccola cassetta delle offerte incastonata nel muro, alcuni si sono perfino organizzati rubando panchine e tavolo, un pezzo unico davvero pesante per il quale servono più braccia e non basta certo il bagaglio di un’utilitaria. C’è stato anche chi ha tentato di rubare la grande griglia realizzata in tondini di ferro: ma lì ha prevalso la furbizia alpina; è stata montata direttamente all’interno del camino in dimensioni maggiori della sua apertura: per rubarla bisognerebbe buttar giù tutto il camino. Qualcuno ci avrà anche pensato, ma non l’ha ancora fatto. •

Vittorio Zambaldo

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