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Pochi ma buoni
Bogoni spariti
in pochi minuti

Vendita di bogoni a Sant’Andrea FOTO AMATO
Vendita di bogoni a Sant’Andrea FOTO AMATO
Vendita di bogoni a Sant’Andrea FOTO AMATO
Vendita di bogoni a Sant’Andrea FOTO AMATO

Hanno fatto bella mostra nell’espositore a 21 cassette dell’Antica fiera dei bogoni di Sant’Andrea di Badia Calavena le chiocciole opercolate che tanti allevatori o cercatori hanno portato in concorso. La commissione di valutazione formata da Franco Gugole, veterinario e presidente della Pro loco «Sprea cum Progno», dall’esperto Palmino Torneri e da un allevatore che non era in concorso, ha decretato di assegnare il primo premio ad Aristide Biasolo di Crespadoro, il secondo ad Andrea Rigo di Montecchia di Crosara e il terzo a Riccardo Corradini di Crespadoro. È la prima volta in tanti anni di concorso che nessun allevatore di Sant’Andrea sale sul podio con le sue chiocciole, ma la partecipazione non è comunque mancata e l’agonismo neppure.

«Sulle prime giudicate le migliori non c’è stata storia», racconta Torneri, «per tutte le altre ci sono state discussioni e la qualità dei prodotti portati in esposizione era molto vicina», assicura.

La giuria valuta l’omogeneità delle chiocciole, l’opercolatura che deve essere a orlo con una tolleranza di un paio di millimetri, e l’età degli esemplari, che deve essere preferibilmente fra i tre e i quattro anni: si scartano quelle troppo piccole e quelle troppo grosse che fanno bella figura ma sono troppo coriacee quando si tratta di metterle sotto i denti.

L’alimentazione delle chiocciole in allevamento deve essere perfetta perché se l’opercolatura è troppo all’interno del guscio significa che l’animale è magro e ha mangiato poco; se supera il bordo significa che è stato alimentato a insalata che fa rigonfiare l’opercolo, con il rischio di soffocare l’animale nel suo guscio.

L’interesse è sempre alto, ma la produzione nostrana è in calo, anche se i bogoni portati in mostra a Sant’Andrea sono comunque il risultato della raccolta, che la legge regionale autorizza da luglio a fine agosto per un massimo di un chilogrammo a persona. Il calo è imputabile anche ai pascoli trascurati dove proliferano ortiche e rovi e dove vivono bene porcospini e ratti che si cibano dei gustosi gasteropodi. L’uomo è comunque il peggior sterminatore a causa dell’utilizzo dei diserbati e dello sfalcio meccanico.

Chi non si arrende a veder scomparire le chiocciole si prodiga per allevarle, come Mario Bottacini, pensionato di Palazzina alle porte di Verona, trasformatosi in elicicoltore «per non restare con le mani in mano», ammette. Ha recintato un appezzamento di 80 metri quadrati dove trovano di che mangiare, alimentate da verdure selezionate, circa 40mila chiocciole. Le vende a 6 euro al chilo, non ancora opercolate, e assicura che sono regalate. Quelle opercolate infatti sono valutate 10 euro al chilo al mercato dei grossisti, ma al dettaglio arrivano anche a 15 euro.

Quelle portate in fiera al mattino presto, prima ancora che spunti l’alba, vengono acquistate tutte in pochi minuti e c’è chi viene da lontano, come una signora trevigiana, per potersi assicurare il prezioso acquisto: «Lo faccio tutti gli anni», dice «perché per noi è una tradizione a Natale il piatto di bogoni che chiamiano s-ciosi». Su incarico della mamma, che le cucinerà per il pranzo della festa, si fa tutto il tragitto da Treviso per tornare con i bogoni opercolati di Sant’Andrea.

Alla Fiera, se scarseggiavano i bogoni in vendita, non sono mancati altri prodotti agricoli e artigianali. Nella Casa di Peper hanno dato dimostrazione del loro lavoro abili artigiani con giochi in legno, sculture in pietra e in ferro, creazioni in lana, cesti realizzati con i vimini. Sulla piazza gli agricoltori di Antica Terra Gentile hanno esposto il meglio della loro produzione biologica: vini, patate, mele e spremute di mele, peri trentossi e peri missi, pomi Bergoglio e verze naone di Gorgusello, una calda rappresentazione di colori e sapori autunnali che ha attirato e interessato molti.

Vittorio Zambaldo

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