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FAUNA E POLITICA

«Piano Lupo»
La rivolta
contro il ministro

Un lupo della Lessinia
Un lupo della Lessinia
Un lupo della Lessinia
Un lupo della Lessinia

Si riparte dalle oltre 500 mila adesioni raccolte in pochi giorni da Enpa sulla propria pagina Facebook per dire «no» alla caccia ai lupi prevista dal «Piano di conservazione del lupo». Dopo il rinvio di inizio febbraio, infatti, la partita non è ancora chiusa ma avrà l’epilogo decisivo giovedì quando il documento del ministro Galletti sarà esaminato nuovamente dalla Conferenza Stato-Regioni. Secondo quanto noto all’Ente Nazionale Protezione Animali, il titolare del dicastero dell’Ambiente non avrebbe invertito la rotta, così come chiesto dalla maggioranza delle Regioni e da tantissimi cittadini. «Tra l’altro», fa sapere l’Enpa, «è in essere addirittura una versione peggiorativa del Piano che le associazioni animaliste sono riuscite ad ottenere e che oggi diffondono per la prima volta».

LA POLITICA. Il Movimento 5 Stelle chiede di eliminare dal «Piano Lupo» gli abbattimenti controllati e si appella alle Regioni perchè nelle conferenza Stato-Regioni di giovedì prossimo si bocci questa parte del Piano. I Cinquestelle chiedono anche le dimissioni del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. «Ribadiamo con forza la nostra contrarietà agli abbattimenti», ha detto oggi il deputato Vittorio Ferraresi in una conferenza stampa alla Camera sul «Piano Lupo». «Nonostante l’opposizione di diverse Regioni e di tanti cittadini, Galletti sta portando avanti lo stesso questa misura. Per questo facciamo appello a tutti i consiglieri regionali, di tutti i partiti, per contrastare questa parte del Piano e farla stralciare». Per Ferraresi, «nell’ultima versione il Piano è stato peggiorato ulteriormente. È stato tolto il tetto massimo ai prelievi del 5% della popolazione complessiva. Non c’è un monitoraggio serio su quanti sono i lupi, non si indica chi eseguirà gli abbattimenti in deroga, si auspica una variazione delle legge sui cani randagi per permettere le uccisioni anche nei canili, non esiste il vincolo dell’assenza di bracconaggio per permettere gli abbattimenti. E poi, che risorse si mettono?».

 

Per il deputato Paolo Bernini, «il “Piano lupo“ è stato redatto da una onlus, l’Unione Zoologica. Abbiamo chiesto al ministro con una interrogazione se era stato fatto un bando, non ci ha risposto». Il Piano per Bernini «prevede la detenzione in cattività degli ibridi cane-lupo. Ma questi sono protetti dalla direttiva Habitat della Ue fino alla quarta generazione e non possono essere catturati e abbattuti». «Le misure proposte sono le stesse del Piano lupo del 2002», ha detto il deputato Mirko Busto. «Recinti, cani pastori. Non è stato fatto nulla per ridurre le tensioni e per compensare gli allevatori, non sappiamo neanche l’esatto numero dei lupi, abbiamo solo stime. L’85% degli allevatori non ha recinti, solo il 41% ha cani pastori. E oggi, perchè non si è riusciti a fare niente, si vuole sparare ai lupi. Questo ministro deve dimettersi per palese incapacità».

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