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Pascoli, poesia della Lessinia
Nasce il sentiero multiculturale

La presentazione del «Seltiero multiculturale dell’Alta Lessinia» alla Comunità montana
La presentazione del «Seltiero multiculturale dell’Alta Lessinia» alla Comunità montana
La presentazione del «Seltiero multiculturale dell’Alta Lessinia» alla Comunità montana
La presentazione del «Seltiero multiculturale dell’Alta Lessinia» alla Comunità montana

Bella cosa il Parco naturale regionale della Lessinia, ma chi ci vive e lo frequenta che cosa ne sa? A 26 anni dalla sua nascita, tra non pochi e tribolati dubbi, ancora oggi attorno alla sua natura giuridica, alle sue caratteristiche, alle sue norme, c’è chi ragiona per fantasia o per sentito dire. «Leggendo Lessinia del geografo Eugenio Turri, mi sono convinto che non c’è altra maniera per far conoscere questo territorio e la sua bellezza che percorrerlo adagio, camminandoci sopra, guardandolo negli anfratti della geologia, della storia, dell’architettura, dell’agricoltura e delle sue tradizioni», ha esordito Averardo Amadio, presidente emerito di Wwf Verona e membro della Comitato tecnico scientifico del Parco. Di qui la sua idea di un percorso che ha proposto di intitolare ad Eugenio Turri e chiamare «Sentiero multiculturale dell’Alta Lessinia», esteso da Passo Fittanze al Valon del Malera per 12 chilometri complessivi, scandito da 25 stazioni (cinque bacheche e venti segnali natura, con testi incisi su pannelli in D-Bond, materiale plastico su supporto metallico).

Racconteranno flora e fauna, patrimonio architettonico e paesaggistico, l’uso del suolo agricolo, le particolarità geomorfologiche, storia e tradizioni.

L’idea è subito piaciuta e il Comitato tecnico scientifico ha affidato allo stesso Amadio, al geografo Ugo Sauro e alla guida ambientale Gianmarco Lazzarin il compito di preparare e coordinare il progetto. Ci si lavora dal 2010, con sopralluoghi e l’affidamento, a esperti dei diversi settori, i testi che completeranno il percorso. Una sintesi sarà anche raccolta in una pubblicazione redatta in italiano e inglese e distribuita nei rifugi, negli alberghi e nei locali dei Comuni del Parco.

Il compito più arduo è stato la raccolta di fondi che ha portato però a risultati concreti e insperati: ai primi 5mila euro stanziati dalla Comunità montana, si sono aggiunti i 10mila euro dell’azienda Vicenzi e 30mila euro di un’anonima ex insegnante, la cui famiglia è originaria della Lessinia e che ha voluto con questa donazione e la realizzazione del sentiero ricordare i suoi fratelli e i suoi familiari.

Ora manca solo la scelta dei materiali per realizzare i pannelli compatibilmente con le norme del Piano ambientale del Parco che prevede l’uso solo di legno e pietra o la richiesta di una deroga per materiali diversi e poter finalmente avviare la realizzazione dei due itinerari: il primo da Passo Fittanze a San Giorgio; il secondo da San Giorgio a Castel Malera passando per il Valon.

Stefano Sisto, commissario di Comunità montana e Parco, ha ringraziato i promotori e i finanziatori «per un’iniziativa che reputo estremamente meritevole. Il modo migliore per far apprezzare il Parco è creare percorsi in modalità “slow” che permettano di godere di tutti gli aspetti e di tutti i tesori. Questo sentiero è particolarmente interessante perché strutturato in maniera multidisciplinare: come Parco sarà nostra cura collaborare attivamente sia alla compilazione dei contenuti, sia nella tutela e gestione dell’itinerario».

«La Lessinia si presta moltissimo per presentarsi sono aspetti multidisciplinari», ha osservato Ugo Sauro, «e questo progetto servirà certamente ad aumentare la trasparenza del Parco. Accompagno spesso molte escursioni e resto sempre colpito dall’interesse che i partecipanti manifestano».

«Lo reputo un itinerario profondamente contemporaneo», ha detto il direttore del Parco Diego Lonardoni, aggiungendo di aver apprezzato la lettura storica che si è voluta dare al percorso, per il quale ha garantito il supporto degli uffici dell’ente per la parte tecnica e amministrativa e ha definito il percorso «la carta d’identità del Parco, fatta di tante particolarità diverse». A nome dell’amministrazione di Erbezzo e dell’Associazione Tutela della Lessinia di cui fa parte, il consigliere comunale Daniele Massella ha espresso apprezzamento per l’iniziativa e per il coinvolgimento dei privati: «Mi auguro che ci sia il coinvolgimento dei residenti anche per ricucire lo strappo fra territorio naturale e territorio rurale. Chiedo che il tema della fauna e del lupo in particolare sia trattato con cautela, evidenziando anche le problematiche di quest’area rispetto a quelle finora colonizzate dal predatore. Infine mi piacerebbe che fosse inserito nella cartellonistica qualche aspetto degli edifici rurali, strutture complesse utilizzate per la lavorazione del latte e l’utilizzo del suolo». «È un passo ulteriore di formazione e come gente di montagna non possiamo non essere felici di questo stimolo alla conoscenza e alla partecipazione», ha concluso Giovanni Padovani, presidente di Giovane montagna.V.Z.

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