<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Parco della Lessinia
«Si lascino passare
le mountain bike»

Agli ambientalisti non va giù che sia sempre vietato il passaggio alle biciclette nelle strade sterrate sopra Fosse, nella zona della Spluga della Preta, mentre transitano Suv, fuoristrada e addirittura ci sono camion che percorrono la strada per Passo Fittanze. Divieto dovuto al fatto che le mountain bike a lungo rovinerebbero il fondo.

La Fiab (Federazione amici della bicicletta), Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Verona Polis avevano tenuto una conferenza stampa sul tema della quale avevamo riferito. «Parco della Lessinia o parco auto?» si chiede Barry Dassisti di Legambiente, che ha organizzato l’incontro. «La zona del Corno d’Aquilio è classificata riserva naturale e deve essere tutelata. La Regione vuole conservare un collegamento viario col Trentino via Sega di Ala, cosa paradossale visto che attraverso Peri e la strada statale 12 si raggiunge il Trentino più facilmente. Per quanto riguarda la viabilità in questa zona non c’è alcun controllo».

Per due volte sono stati respinti i tentativi di asfaltare le strade; per sistemarle si è utilizzato materiale biocompatibile, ma non ha retto. «L’obbligo è il ripristino dello stato iniziale delle vie», dice Alberto Ballestriero di Verona Polis. «Non si possono fare sbancamenti e ci sono già strade molto trafficate in Lessinia. Se non si torna a ripristinare i luoghi, si rischia di distruggere un ambiente».

«Il Parco promuove la naturalità», aggiunge Matilde Paganini di Italia Nostra. «In alcune zone c’è un’attività commerciale piuttosto spinta, si dovrebbero creare alternative al passaggio delle auto, ad esempio bus navetta, o punti di ristoro, promuovendo un turismo sostenibile».

Donatella Miotto, di Amici della bicicletta, ricorda: «Il divieto di transito per le mountain bike doveva essere temporaneo, invece dura da quattro anni e mezzo. Dicono che la strada è sconnessa, ma un ciclista che ama andare in montagna non si aspetta percorsi lisci, ama percorsi accidentati. Sarebbe bastato un cartello che invita alla prudenza

Averardo Amadio, presidente onorario del Wwf, ribadisce la necessità del rifacimento stradale come previsto dalla normativa e di eliminare il divieto alle mountain bike, nell’ottica anche di una promozione alla ciclabilità osservata ormai dovunque. G.G.

Suggerimenti