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Otto nuovi cani a difesa degli allevamenti

I pastori maremmani
I pastori maremmani
I pastori maremmani
I pastori maremmani

Altri otto cani da guardiania di razza pastore maremmano-abruzzese per la sicurezza dei capi domestici dagli attacchi dei lupi sono in distribuzione in questi giorni ad allevatori veneti da parte della Regione. Si aggiungono ai primi cinque già affidati, di cui tre arrivati in Lessinia lo scorso febbraio: due (Mito di cinque mesi e Bora di tre e mezzo) consegnati a Emanuele Camponogara allevatore di Bolca di Vestenanova, mentre Tizzone, fratello di Mito, è stato destinato al pastore Lorenzo Erbisti di Roverè. Gli ultimi arrivi provengono da un allevamento specializzato di Acquapendente (Viterbo) e sono affidati in coppia a un allevamento ovi-caprino a Tambre di Alpago e alla zona di Col Visentin; una terza coppia sarà consegnata a un pastore di Montebelluna che d’estate porta le proprie greggi al pascolo nel Bellunese e la quarta è per un allevatore di Crespadoro, nella Lessinia vicentina. Sono acquistati dalla Regione per un importo di 9mila euro con i fondi del progetto Life WolfAlps, «SALGONO COSÌ a 13 i cani specializzati nella protezione delle greggi e degli armenti acquistati con i fondi del progetto europeo», commenta l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, «e aiuteranno gli allevatori a proteggere i propri capi di bestiame dagli assalti dei sei branchi attualmente censiti in Veneto, per un totale di 38 esemplari di lupo. L’impiego dei cani da guardiania appositamente addestrati, insieme al corretto posizionamento dei recinti elettrificati forniti dalla Regione, sempre grazie ai fondi del progetto Life WolfAlps, si confermano strumenti efficaci per prevenire le predazioni dei lupi e consentire la regolare attività di pascolo in quota», sottolinea l’assessore. L’investimento nella prevenzione non pregiudica l’azione della Regione per un adeguamento delle normative nazionali e comunitarie in materia di grandi predatori: «Fermo restando questo impegno per la modifica normativa sull’evoluzione della presenza del lupo nelle aree montane tradizionalmente vocate all’agricoltura e all’allevamento, la Regione continua a investire in maniera significativa in prevenzione e negli indennizzi agli allevatori colpiti: solo nel 2017 abbiamo pagato 137.529 euro di risarcimento agli allevamenti di montagna vittime delle predazioni del grande carnivoro. Per ora prevenzione e indennizzi sono gli unici strumenti possibili per gestire la presenza del lupo sulle nostre montagne», ribadisce l’assessore Pan, «e mi auguro che l’azione di pressing intrapresa nei confronti degli organismi comunitari e il recente orientamento assunto dal Parlamento europeo possano portare a nuove direttive che consentano di impostare un diverso piano di gestione nazionale e di riconoscere la validità di possibili iniziative di contenimento da parte delle Regioni». È IL PUNTO su cui non si è trovato l’accordo in sede di conferenza Stato-Regioni e che ha fatto slittare ancora una volta l’approvazione del Piano nazionale per la tutela e conservazione del lupo in Italia. Quanto ai cani da guardiania, gli allevatori della Lessinia restano ancora molto scettici sul loro utilizzo in un contesto densamente frequentato anche da escursionisti perché sono soggetti particolarmente attenti e gelosi del gregge loro affidato, che difendono da ogni estraneo, non solo dai lupi. V.Z.

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