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«Orgoglioso
di lavorare
per S. Anna
d’Alfaedo»

Paolo Campostrini, vicesindaco di Sant’Anna d’Alfaedo FOTO AMATO
Paolo Campostrini, vicesindaco di Sant’Anna d’Alfaedo FOTO AMATO
Paolo Campostrini, vicesindaco di Sant’Anna d’Alfaedo FOTO AMATO
Paolo Campostrini, vicesindaco di Sant’Anna d’Alfaedo FOTO AMATO

All’inizio, era determinato a non sprecare un istante per me. Aveva daffare, aveva daffare, aveva daffare. Alleva, con il fratello Roberto, 1.500 maiali a Sant’Anna d’Alfaedo. Fu il papà Sergio ad avviare, 55 anni fa, l’attività. Una domanda, almeno, chissà non si convinca che non sono un perditempo: quando, nell’andirivieni per faccende aziendali, giunge all’altezza del municipio, si ferma, ogni tanto, oppure prosegue?

«Una volta la settimana partecipo alla giunta», risponde il vicesindaco. Essendo il giorno giusto, insisto: mi aspetti, non tarderò. Alla fine, la riunione amministrativa a cui avrebbe dovuto partecipare viene rimandata. Resto io. Meglio sbrigarsi, ha altri impegni. Affinchè non mi prenda troppo spazio - che, comunque, mi concederà - Paolo Campostrini gira e rigira il telefonino per controllare l’ora ad ogni intervallo della nostra conversazione. «Mi presento negli uffici comunali quando è strettamente necessario. Di solito, do indicazioni agli operai sulle manutenzioni direttamente per strada», aggiunge il vicesindaco.

Se è sempre di corsa per incombenze private, perché rallentare, volontariamente, per quelle pubbliche?

«Non ho interessi personali. Se intendessi ampliare la produzione familiare, attenderei le autorizzazioni, come chiunque altro. C’è chi sceglie di essere rappresentato da persone provenienti da altri Comuni. Ogni paese, piuttosto, deve essere amministrato esclusivamente dai propri abitanti. Per questo, mi sono candidato. Per questo, vengo qui».

Quando?

«Tra le 10.30 e le 16.30. Prima e dopo sono al lavoro. All’occorrenza, abbandono momentaneamente il capannone».

Nonostante le assenze amministrative che sembrerebbero giustificate e che, probabilmente, erano annunciate, nel 2014 raccolse moltissime preferenze.

«Ivan Marconi fu il più votato; io, fui il secondo; Lucina Benedetti, fu la terza».

Perché, dunque, Campostrini fu nominato vicesindaco? L’altro Campostrini, Raffaello, è il sindaco. C’entrano, per caso, i cognomi?

«Io e il sindaco non siamo parenti. Non festeggiamo assieme il Natale. Essendo già stato consigliere per due amministrazioni consecutive, avevo maggior esperienza rispetto agli altri. La Benedetti, in precedenza, era stata assessore. Marconi era alla prima elezione».

Si toglie jeans e maglietta e si infila giacca e camicia prima di mettersi a tracolla il Tricolore?

«Ho messo la fascia una volta soltanto: alla festa del Ringraziamento, quando ho sostituito il sindaco, che era in ferie. La chiesa era stracolma. Attorno c’erano 90 trattori».

Quella domenica, in cui benedissero la tradizione e l’operosità contadina, si considerò il sindaco?

«Ero soddisfatto perchè, essendo diventato vicesindaco, avevo ricambiato la fiducia che mi era stata data dalla mia gente».

Voglia o non voglia, fu, sebbene brevemente, il più importante dei cittadini.

«No. Ero, seppure con la fascia, uno dei tanti. In un’altra occasione, sollevai il gonfalone, mentre il sindaco portava il Tricolore».

Difatti, uno, è il sindaco.

«Non avrei tempo per fare il sindaco. Ho una ditta da mandare avanti. Anche il gonfalone è un simbolo di Sant’Anna d’Alfaedo. Non è importante il contrassegno in sé, ma l’orgoglio che si prova verso il proprio paese».

Il vicesindaco non ha le responsabilità del sindaco.

«Non avrei paura a firmare i documenti. Se c’è un progetto da realizzare o un servizio da attivare, si procede senza esitazione, in buona fede. Un consigliere non ha meno responsabilità di un sindaco se, di fronte alla popolazione, si impegna a cominciare e concludere un’iniziativa».

Raffaello Campostrini è nelle vicinanze. Sindaco: qual è il peggior difetto del vicesindaco?

«È troppo sbrigativo».

Vicesindaco: qual è il peggior difetto del sindaco?

«È troppo disponibile ad ascoltare il parere di tutti».

Ci mancherebbe: il sindaco è un insegnante di religione. Se non è ecumenico lui… Sindaco: non ci potrebbero essere due Campostrini più diversi.

«C’è bisogno anche di chi batta i pugni sul tavolo».

Con quel fisico, il vicesindaco potrebbe protestare contro chiunque. Il vicesindaco sostiene che potreste, anzi, dovreste spendere più soldi. Che dice, sindaco?

«Siamo vincolati dal cosiddetto Patto di stabilità. Nel 2016, utilizzammo parte dei 200 mila euro per ridurre i mutui. Non ci furono alternative. Nel 2017, a differenza del 2016, abbiamo già investito in opere 80 mila dei 130 mila utilizzabili. Tra un po’ decideremo in che modo usare il resto».

Vicesindaco: se ci fosse qualche barbecue in più? Sant’Anna d’Alfaedo non può vivere di rendita con i ciclisti e le famiglie a passeggio sul Corno d’Aquilio.

«Le aree di sosta attrezzate sono prevalentemente vuote. I pendolari del fine settimana preferiscono le scampagnate nelle proprietà altrui. Non prendiamo a fucilate nessuno. Sono benvenuti. Certo, i gitanti potrebbero raccogliere i propri rifiuti e non calpestare i campi quando il fieno è da tagliare. Per incentivare il turismo, potremmo affittare le abitazioni, come in altre località dell’altopiano».

L’ha spiegato il sindaco: uno che s’impone è quantomeno utile. Che Paolo Campostrini sia anche indispensabile?

Stefano Caniato

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