<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Nitrati, il nuovo piano d’azione
va in aiuto di chi alleva polli

Il piano che disciplina lo smaltimento degli scarti di allevamento in Veneto è pronto ma non risolve i problemi della Lessinia. In quest’area continuano ad esserci restrizioni allo spandimento dei liquami sui terreni e per superarle sarà necessario realizzare un ampio e costoso studio che ancora non è stato messo in cantiere. Ieri la giunta regionale ha approvato il testo del Programma d’Azione che disciplina l’uso di deiezioni, digestati, acque reflue e fertilizzanti azotati nelle zone vulnerabili ai nitrati: quei nitrati che sono inquinanti e potrebbero finire nell’ambiente. Il nuovo testo risponde a quando prescrivono norme europee e nazionali.

L’Unione europea ha stabilito che vengano individuati gli ambiti territoriali più fragili - quelli in cui le acque superficiali e profonde sono particolarmente vulnerabili ai nitrati – e che vanno assoggettati ad una regolamentazione rigorosa. «Al termine di un percorso interdisciplinare di analisi e revisione normativa durato quasi un anno», sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, «abbiamo approvato il programma che ora viene sottoposto a Vas» (che prevede 60 giorni per la consultazione pubblica e la possibilità di presentare osservazioni). «La formulazione di un testo unico, coordinato, semplificato e integrato con le disposizioni vigenti, renderà possibile una gestione agronomica chiara e degli effluenti e dei materiali assimilati», aggiunge l’assessore. E afferma: «Secondo i rilievi effettuati da Arpav, la presenza dei nitrati è in diminuzione sia nell’acqua che nel suolo e nell’aria». «Per quanto concerne il Programma d’Azione, faremo approfondimenti per proporre migliorie, ad esempio chiedendo più elasticità per quanto riguarda i periodi di divieto di spandimento delle deiezioni», commenta il presidente provinciale Coldiretti Claudio Valente. Questi sottolinea anche che rimane da risolvere il caso Lessinia: «È ritenuta molto fragile e per questo è possibile spandere sul terreno solo 170 chili di liquami per ettaro, circa la metà di quelli concessi nel vicino altipiano di Asiago, per restare alle aree montane, o in pianura».

«È una situazione penalizzante per le aziende agricole e zootecniche e che non ha ragione di esistere, visto che in realtà ci sono zone della Lessinia che rischiano la desertificazione di prati e pascoli proprio per la mancanza di fertilizzanti naturali», aggiunge Valente. «Per convincere l’Europa a modificare le prescrizioni è necessario realizzare un’indagine molto consistente: so che la Regione sta cercando i fondi necessari, si parla di 30mila euro, e mi auguro che si possa effettuare in fretta».

Pur lasciando aperta una questione importante, l’iniziativa regionale, secondo il rappresentante degli avicoltori Ezio Berti, ha risolto alcune situazioni agli allevatori di polli e tachini. «Il testo è sicuramente positivo per il nostro settore», afferma, «perché stabilisce che i nostri allevamenti non producono così tanti nitrati come era stato erroneamente affermato in passato e consente alcune pratiche prima vietate». LU.FI.

Suggerimenti