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Nato tra i malumori
non è mai stato veramente benvoluto

Lessinia: un gallo cedrone sul tetto dell’auto del guardiaparco
Lessinia: un gallo cedrone sul tetto dell’auto del guardiaparco
Lessinia: un gallo cedrone sul tetto dell’auto del guardiaparco
Lessinia: un gallo cedrone sul tetto dell’auto del guardiaparco

Compirà 27 anni il prossimo 30 gennaio il Parco naturale regionale della Lessinia, istituto con legge regionale 12 del 30 gennaio 1990, e con non pochi malumori, sui territorio di quindici comuni, tredici della provincia di Verona (Bosco Chiesanuova, Dolcè, Erbezzo, Fumane, Grezzana, Marano Valpolicella, Roncà, Roverè, Sant’Anna d’Alfaedo, San Giovanni Ilarione, Selva di Progno, Velo, Vestenanova) e due della provincia di Vicenza (Altissimo e Crespadoro).

HA UNA SUPERFICIE di 10.368 ettari, dalla Val d’Adige alla Valle del Chiampo, per la maggior parte distribuiti su un sommitale calcareo dalle forme morbide e rotonde, coperto da pascoli e profondamente inciso da valli che scendono ripide verso la pianura aprendosi a ventaglio come le dita di una mano. Il Parco è diviso in quattro zone: riserve naturali orientate, nelle quali l’evoluzione dell’ambiente naturale viene sorvegliata e orientata scientificamente; riserve naturali speciali, con la finalità di tutelare specifici elementi o fenomeni di interesse naturale, in particolare di tipo botanico o geomorfologico; riserve naturali a indirizzo didattico, che grazie alla realizzazione di percorsi di visita costituiscono un’integrazione alla funzione didattica svolta nelle varie strutture museali presenti; agro-silvo-pastorali dove i valori naturalistico- ambientali sono connessi e integrati a particolari forme colturali e da un sistema insediativo formato da piccole contrade, malghe ed edilizia rurale sparsa. Sugli alti pascoli sono distribuite 98 malghe, costruite in pietra locale utilizzata anche per la caratteristica copertura e come elemento divisorio lungo i sentieri che configura in maniera unica il paesaggio e l’architettura. I boschi, ultimi resti di quella che doveva essere l’antica foresta dei Monti Lessini, sono concentrati con maestosi esemplari di faggi e abeti attorno al Corno d’Aquilio, nella Foresta dei Folignani e in quella di Giazza.

IL CLIMA TEMPERATO e la configurazione del territorio permettono lo sfruttamento di una fitta rete di percorsi ciclopedonali in estate e di lunghe piste per lo sci di fondo in inverno. Dall’istituzione del Parco si è avuto un notevole incremento di fauna selvatica, con il ritorno spontaneo di specie scomparse come l’aquila reale, il camoscio e il cervo e da quattro anni anche il lupo, il ripopolamento di altre (capriolo) o l’introduzione di nuove (marmotta). L’ente gestore del Parco è la Comunità montana della Lessinia attraverso il Consiglio e la Giunta integrati con i rappresentanti dei Comuni di Altissimo, Cresepadoro e Roncà e della Provincia di Verona. V.Z.

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