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Missione acqua con un robot in mattoncini

Gli alunni, con i docenti, che oggi parteciperanno alle finali del Nordest della First Lego League FOTO AMATO
Gli alunni, con i docenti, che oggi parteciperanno alle finali del Nordest della First Lego League FOTO AMATO
Gli alunni, con i docenti, che oggi parteciperanno alle finali del Nordest della First Lego League FOTO AMATO
Gli alunni, con i docenti, che oggi parteciperanno alle finali del Nordest della First Lego League FOTO AMATO

Vittorio Zambaldo Il clima è quello intenso delle vigilie importanti per le classi seconda e terza della scuola media di Roverè, chiamate per la quarta volta ad affrontare la sfida della First Lego League, il campionato di scienza e robotica a squadre per ragazzi dai 9 ai 16 anni, che propone ogni anno una sfida a carattere scientifico su tematiche di grande interesse generale, ecologico, economico, sociale. La sfida di quest’anno di Mycol_Lego, il nome che la squadra di Roverè si è data e che richiama concetti diversi secondo le diverse assonanze di italiano, inglese e dialetto, ha per tema l’acqua, come si trova, come si trasporta, come si usa e come va difesa. L’appuntamento è per oggi a Reggio Emilia nella sede della Kohler Power per le finali del Nordest che vedranno impegnate tre squadre veronesi: quella di Roverè e due dell’istituto Don Bosco di Verona. Chi passerà il turno (e saranno in totale 10 squadre), tenterà l’assalto al titolo nazionale il 10 e 11 marzo a Rovereto per sperare nella finale mondiale. Finora a Roverè si sono centrate per due volte le finali nazionali, su quattro tentativi, ma la passione non è venuta meno trovando anzi un crescendo di interesse sia nei nuovi alunni sia nei nuovi insegnanti: Anna Bianco, Nazzareno Capponi, Moreno Fiorentini, Giulia Marchi, Michele Zanini, sempre coordinati da Emanuele Miliani e coinvolti per lettere, matematica, scienze, tecnica e inglese perché se dovessero superare la fase nazionale, tutta la presentazione del progetto gli studenti dovranno farla in inglese: «Tutti, docenti e alunni, si sono coinvolti in ore supplementari extrascolastiche per due pomeriggi alla settimana. Si è creata una classe virtuale, inizialmente di 127 iscritti, che hanno partecipato ai corsi di robotica arrivando via via, attraverso selezioni successive, ai dieci più cinque riserve, che costituiranno il team operativo, senza escludere tanti altri che lavorano per lo stesso obiettivo», precisa Miliani. Sono questi magnifici dieci chiamati ad affrontare le tre prove orali davanti ad altrettante commissioni con un rappresentante del ministero dell’Istruzione, per spiegare il progetto scientifico, quello tecnico e illustrare lo spirito di affiatamento del gruppo. Ma non basterà avere il massimo punteggio dalle commissioni come sa bene chi ha già affrontato l’esperienza l’anno scorso: occorrerà realizzare anche un punteggio alto nella prova sul tavolo, con il robot che gli studenti hanno costruito e programmato: tre manche di due minuti e mezzo ciascuna, di cui sarà conteggiata solo quella con il maggior numero di azioni portate a termine con successo, daranno il passaggio alla finale nazionale. Il robot dei giovanissimi studenti (la quota rosa è predominante e anche questa è una buona notizia per il coinvolgimento delle ragazze in settori tradizionalmente impostati al maschile), dovrà portare l’acqua a una fontana pubblica; sostituire una condotta rotta che va da un'abitazione al depuratore; sostituire il filtro del depuratore; irrigare un terreno arso; aprire un tombino su una pubblica via; azionare uno sciacquone e portare un trepide con un getto a pioggia e un pozzo nel punto più minuscolo del tavolo segnato con un puntino azzurro dove è stata trovata una vena d’acqua. Le azioni sono uguali per tutte le squadre e in tutto il mondo: vince chi costruisce e programma il robot, esclusivamente con pezzi forniti dalla Lego, in grado di compiere il maggior numero di azioni con il minor numero di errori. •

Vittorio Zambaldo

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