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Melotti: «Il governo sia
espressione dei comuni»

Claudio Melotti
Claudio Melotti
Claudio Melotti
Claudio Melotti

Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova, che è stato anche presidente del Parco della Lessinia, si è fatto promotore di un emendamento al progetto di legge regionale 143 sulle aree protette, che ha raccolto l’adesione di altri colleghi sindaci di Comuni all’interno del Parco della Lessinia: Massimiliano Adamoli (Dolcè), Lucio Campedelli (Erbezzo), Alessandra Ravelli (Roverè), Mario Varalta (Velo), Aldo Gugole (Selva di Progno), Edo Dalla Verde (Vestenanova).

CHIEDONO in particolare che il presidente del Parco sia eletto non dal presidente della giunta regionale, ma dalla Comunità del Parco, scelto fra i cinque componenti del Consiglio direttivo. Questo a sua volta dovrebbe essere espressione della Comunità e non eletto dal presidente della giunta regionale, come prevede invece il progetto di legge. La Comunità del Parco dovrebbe prevedere al suo interno, secondo l’emendamento dei sindaci, anche un rappresentante dei proprietari dei fondi compresi nelle aree del Parco e designato da almeno 10 altri rappresentanti dei proprietari terrieri. Infine, sul finanziamento i sindaci chiedono che prima di far ricorso a eventuali risorse erogate da altri enti pubblici e soggetti privati, siano le risorse finanziarie della Regione a contribuire alle disponibilità di bilancio per le aree naturali protette.

«SIAMO STATI lo scorso 30 marzo in audizione alla Seconda commissione consiliare», riferisce Melotti, «e abbiamo formalizzato questo emendamento al progetto di legge, che mi sarebbe piaciuto sottoscrivessero tutti i primi cittadini dei Comuni interessati, perché è un punto che da sempre chiediamo alla Regione, cioè che il governo del Parco sia espressione delle comunità locali che lo compongono». Il sindaco di Bosco Chiesanuova ritiene anche che il riconoscimento della presenza dei proprietari terrieri dentro la Comunità del parco sia «un atto di giustizia verso di loro, visto che il Parco della Lessinia si estende per gran parte su proprietà private». «Ci sembrano motivazioni di buon senso e condivisibili da tutti. Dispiace per chi non ha sottoscritto l’emendamento, perché l’unità di intenti avrebbe maggior considerazione a livello regionale e ci permetterebbe di contare di più», conclude.

SECONDO IL PROGETTO di legge regionale, e secondo l’emendamento sottoscritto da una parte dei sindaci della Lessinia, il governo del Parco potrebbe quindi essere affidato alla Comunità del Parco di cui farebbero parte di diritto i 15 sindaci dei Comuni che hanno porzioni di territorio nell’area protetta. Per il Veronese: Dolcè, Fumane, Marano, Sant'Anna d'Alfaedo,Bosco Chiesanuova, Grezzana, Roverè, Velo, Erbezzo, Selva di Progno, Vestenanova, San Giovanni Ilarione e Roncà; per il Vicentino: Crespadoro e Altissimo. Si aggiungerebbero tre membri designati dalla giunta regionale e un rappresentante eletto dai proprietari terrieri. A questi 19 membri spetterebbe il compito di eleggere il presidente e il Consiglio direttivo del Parco, formato da cinque componenti di cui almeno uno tra i nomi designati dalla giunta regionale. V.Z.

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