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Meglio
un giorno
da pecora

Pecore Brogna: il loro allevamento sta ritornando in auge in Lessinia
Pecore Brogna: il loro allevamento sta ritornando in auge in Lessinia
Pecore Brogna: il loro allevamento sta ritornando in auge in Lessinia
Pecore Brogna: il loro allevamento sta ritornando in auge in Lessinia

Tempo stupendo, cibo genuino cotto da maestri della cucina e bevande selezionate e preparate con la miglior arte, tutto condito con simpatia e gentilezza sono stati gli ingredienti del successo della prima festa della pecora Brogna a Malga Parparo di Sopra che il Comune di Roverè ha destinato in convenzione, dopo il restauro, all'Associazione per la promozione e la tutela della pecora Brogna.

Oltre un centinaio di persone avevano prenotato e molti si sono uniti all’ultimo momento per rispondere all’ appello dell'associazione e del ristorante 12 Apostoli che il giorno di Ferragosto ha chiuso i battenti e si è trasferito in Lessinia con i titolari Antonio e Filippo Gioco e tutta la «cucina apostolica» diretta dallo chef Mauro Buffo.

Ogni boccone e ogni sorso erano una sorpresa che ha stupito favorevolmente gli ospiti per i quali la Pro loco di Roverè aveva fornita i tavoli sistemati nel cortile della malga con il «logo del fogo» adibito a cucina e due bracieri all’aperto dove arrostire sul momento salsicce e «luganeghe» tutte rigorosamente di carne di Brogna le une aromatizzate all’aglio, le altre con chiodi di garofano e spezie, una bontà di cui si sono resi conto gli stessi cuochi vedendo la carne sparire nei piatti in meno di pochi baleni.

E poi formaggi delicatissimi, con crema di castagne e marmellata di pero misso; zuppa dei Parpari inventata per l’occasione con fagioli, orzo, farro, funghi; stracotto di Brogna con purè; caponata, polenta, dolce alla ricotta ricavata dal latte di pecora Brogna e anguria come finale per rinfrescare da una giornata calda per il sole e per cibi così sostanziosi.

Raffaele Bellomi, di Archivio, ha studiato per l’occasione dei drink a base di latte e consommé di pecora Brogna. Il primo ricavato da un «milk punch» di un’antica ricetta inglese del ‘700 con pesche, maggiorana, pepe rosa, timo e tè verde a macero per tre giorni a cui va aggiunto del latte caldo di Brogna, prima di filtrare il tutto e servire freddo con ghiaccio, maggiorana e pesca. L’altro con succo di pomodoro, consommé preparato dalla cucina dei 12 Apostoli, tè cinese affumicato, limone, gin, aroma piccante, salsa worcester, e arieggiamento per mescolare gli ingredienti, serviti con ghiaccio e una foglia di basilico. I migliori vini sono stati proposte da Soavino e Valpoliterra.

Cristina Ferrarini allevatrice ed esperta nel trattamento e nella colorazione della lana di Brogna con essenze naturali ha potuto esporre i suoi migliori prodotti e spiegare le caratteristiche di una lana dalle caratteristiche dimenticate ma apprezzatissime per tutto il Medioevo e oggi riproposte grazie alla sua passione e a quella di un manipolo di allevatori che hanno salvato questa razza dall’estinzione e Lorenzo Erbisti ha dato esempio di tosatura elettrica e manuale.

«L’evento che abbiamo organizzato aveva proprio lo scopo di far conoscere la Brogna e valorizzare questo posto che si presta straordinariamente», ha commentato Marco Beccherle, presidente dell’associazione, «e quando abbiamo proposto l’idea al ristorante 12 Apostoli abbiamo trovato un entusiasmo che ci ha convinti che non sarà l’unico evento che organizzeremo qui», ha promesso.

Carlo Alberto Menini, titolare della macelleria che da anni suggerisce ai migliori ristoranti di Verona la carne di Brogna e di animali allevati al pascolo, è stato il tramite tra gli allevatori e i ristoratori e l’artefice dell’evento: «Il turista anche straniero che viene a Verona vuole mangiare cose tipiche di questo territorio e non anonime e valide ovunque. Questa è la soluzione e il risultato è straordinario», ha detto.

Antonio Gioco, con il figlio Filippo che ha preso le redini del ristorante 12 Apostoli e sulla scia del papà Giorgio, che è stato la vera anima di questa passione per la genuinità e la qualità dei prodotti locali, ha riconosciuto che il motore di tutto è stata l'intesa fra associazione, Comune che ha messo a disposizione la struttura, la cucina con lo chef Mauro Buffo: «Noi da anni siamo utilizzatori di questa carne in tutte le stagioni che è anche presente sulla carta che presentiamo ai clienti, perché vogliamo essere vicini ai piccoli produttori e far conoscere questa ricchezza che vorrei rimanesse tale, senza straripare sugli scaffali dei supermercati. Agli stranieri che ce lo chiedono diciamo che è un menu Gps perché molto localizzato e introvabile altrove».

Infine Antonella Bampa, fiduciaria di Slow Food Verona, ha auspicato che anche la Brogna, come è accaduto per la pecora Alpagota, diventi presidio, «per questo abbiamo chiesto che ci fosse un’associazione a cui fare riferimento e con cui relazionarci direttamente. È un animale dal valore storico riconosciuto e dalle qualità eccellenti che richiedono il massimo di unità fra produttori e trasformatori per arrivare con grandi risultati ai consumatori. Servono idee come questa per valorizzare carne, latte e lana e portare il lavoro degli allevatori al giusto riconoscimento».

Vittorio Zambaldo

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