<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Lupi
all’attacco

Una delle due manzette uccise dai lupi a Malga Roste
Una delle due manzette uccise dai lupi a Malga Roste
Una delle due manzette uccise dai lupi a Malga Roste
Una delle due manzette uccise dai lupi a Malga Roste

È un giugno terribile per chi ha capi di bestiame domestico in alpeggio a causa degli attacchi ripetuti dei lupi su manze e vitellini. Da inizio mese a ieri sono state registrate undici predazioni e ne hanno fatto le spese complessivamente dodici capi tra i quali, una capra, una vacca adulta debilitata, nove manzette e un vitellino.

Le ultime prede sono state a Malga Roste, vicino a Conca dei Parpari, ai danni di un’azienda di Roverè, colpita per due volte in tre giorni: «Domenica mattina abbiamo trovato la prima manzetta di dieci mesi e mercoledì mattina questa seconda di appena sei mesi», dicono i proprietari, che hanno un allevamento di una trentina di capi.

«È la prima volta che ci capita. Caricavamo montagna sempre a Parparo di Sotto e quest’anno abbiamo dato i nostri animali in alpeggio a Malga Roste, ma non ci aspettavamo questo danno», aggiungono.

«NESSUN RANCORE nei confronti del lupo», precisa la compagna dell’allevatore che si definisce innamorata di tutti gli animali, «ma il mio furore è contro chi lo ha portato e continua a permettere questo scempio. Qui siamo soli, nessuno ci tutela. Vengono a constare la morte dell’animale, promettono il risarcimento, ma ci sono allevatori che non hanno ancora visto i soldi del 2016, e poi se ne vanno lasciandoci soli».

«I soldi ci interessano poco. Bisognerebbe capire che per noi sono come animali d’affezione, come un cane o un gatto per chi vive in città e lo alleva in appartamento: li vediamo crescere, molti di loro li aiutiamo anche a nascere, li conosciamo tutti per nome e sono parte della famiglia», spiegano.

Il trasferimento in alpeggio lo sentono come un dovere: «Li portiamo in malga perché siano liberi e tranquilli, possano mangiare sano e vivere all’aria aperta, non perché facciano questa fine. Il veterinario ci ha confermato che uno dei capi è stato inseguito a lungo e poi divorato mentre agonizzava».

Di fronte a tanto strazio non possono far altro che dichiarare la propria impotenza: «Siamo esausti. Chiediamo aiuto, non possiamo vivere con questo incubo per tutto il resto dell’estate», concludono.

CARABINIERI FORESTALI e veterinario dell’Ulss 9, che hanno eseguito i rilievi, hanno confermato per entrambi i casi che si tratta di predazione da lupo, ovviamente portata a termine da più individui, nel sistema tipico di caccia in branco.

Questo è anche il periodo in cui Giulietta, la femmina alpha che ha probabilmente dato alla luce la sua quinta cucciolata lo scorso mese, ha anche più bisogno di proteine ed è sicuro che fino a settembre gli attacchi si intensificheranno quando i lupetti saranno svezzati.

SONO AL MOMENTO 51 i capi registrati come predati da lupo o canide, o soppressi per le ferite riportate, dall’inizio dell’anno in Lessinia. Molti più dei 13 che c’erano stati nello stesso periodo dell’anno scorso. Allora furono complessivamente 12 gli eventi predatori in sei mesi e quest’anno hanno invece superato l’asticella dei 25. Il numero di capi è molto più alto anche per la strage di 17 pecore avvenuta in tre successive incursioni a San Bortolo, in località Aldegheri, fra marzo e aprile scorsi.

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti