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Lupi sotto sfratto Salemi contro
il cambio di linea

Un lupo: i predatori sono tornati a popolare la Lessinia
Un lupo: i predatori sono tornati a popolare la Lessinia
Un lupo: i predatori sono tornati a popolare la Lessinia
Un lupo: i predatori sono tornati a popolare la Lessinia

È passata in Consiglio regionale del Veneto la mozione firmata dai consiglieri vicentini Sergio Berlato e Nicola Finco, che impegna la giunta a recedere subito dal progetto Life WolfAlps, «rivelatosi una delle tante dimostrazioni di come si possano sperperare ingenti quantità di risorse pubbliche per creare tutta una serie di problematiche alla collettività, i cui effetti negativi comportano e comporteranno il continuo impiego di molte altre risorse pubbliche che potrebbero invece essere utilizzate per garantire i servizi essenziali ai cittadini».

Nella mozione si chiede anche alla giunta di organizzarsi in modo tale da «procedere al pagamento di tutti i danni diretti ed indiretti causati dalla predazione dei lupi sul territorio veneto entro e non oltre sei mesi dalla data dell’accertamento effettuato dalle autorità competenti; ad installare, a spese dell’ente pubblico e in collaborazione con gli allevatori interessati, tutti i sistemi di prevenzione atti a scongiurare il più possibile le predazioni dei lupi e i danni diretti ed indiretti da essi provocati».

La mozione impegna infine la giunta «a chiedere al governo di attuare subito il Piano di gestione e di contenimento del lupo, così come del resto avviene negli altri paesi membri dell’Unione europea, in modo da garantire la compatibilità tra la presenza di questo grande carnivoro e le attività umane, soprattutto se esercitate in ambienti fortemente antropizzati come la Lessinia e l’Altopiano di Asiago».

Contro la mozione approvata dalla maggioranza hanno espresso tutta la loro contrarietà in un comunicato congiunto le consigliere venete Orietta Salemi e Cristina Guarda, sottolineando che «la maggioranza rinuncia ai finanziamenti europei, rinuncia a gestire responsabilmente il problema del lupo, e dopo due ore e mezza di discussione in aula, approvando questa mozione, decide di non decidere davvero come affrontare concretamente il problema».

«Il progetto avrebbe portato ristoro», proseguono le consigliere Salemi e Guarda, «se i soldi per il risarcimento dei danni, le recinzioni, i sistemi di prevenzione fossero stati acquistati e resi disponibili in tempo, e non mesi e mesi dopo, agli allevatori che ne hanno fatto richiesta. Recedendo dal progetto Life WolfAlps, con quali soldi la maggioranza pensa di sostenere le spese dei sistemi di prevenzione e dei monitoraggi necessari? Ci auguriamo che perlomeno le richiesta di impegno nel pagare entro sei mesi i danni diretti e indiretti agli allevatori non diventi l'ennesima promessa non mantenuta da parte della giunta. Avremmo voluto, a partire dalla nota inviata dall’assessore Pan, aprire un percorso vero di confronto in commissione consiliare, con l’assessore stesso, gli allevatori, i sindaci, i responsabili della tutela forestale, il direttore del Parco dei territori interessati dalla presenza del lupo».

«QUESTO SAREBBE stato il confronto utile», osservano Guarda e Salemi, «non una mozione che impegna strumentalmente la giunta a scelte che sappiamo non può applicare, pena pesanti risarcimenti alla Comunità europea. Lo stesso consigliere di maggioranza Massimo Giorgetti, con buon senso, ha messo i colleghi sull’avviso dei rischi finanziari in cui la Regione può incorrere nel caso di recesso dal progetto Life WolfAlps. Pertanto meno  ideologia e più concretezza nell’ azione del Consiglio Veneto».

«Del problema dei lupi in Lessinia parliamo ormai da tempo», conclude la consigliera regionale veronese Salemi, «e la giunta, con l'assessore Pan, ha fatto una proposta che prevede lo spostamento dei capi in sovrannumero e la sterilizzazione delle femmine di lupo, su cui pensiamo si debba aprire un confronto serio e approfondito con tutti i soggetti interessati del territorio. Così possiamo arrivare a quello che le comunità chiedono: soluzioni concrete. L'approvazione della mozione di oggi, con l'uscita dal progetto europeo, va nella direzione opposta, affrontando ancora una volta il problema con un approccio meramente ideologico, e forse anche dannoso».

Vittorio Zambaldo

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