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Lupi, la Regione «stoppa» la cattura

Lupi sui monti della Lessinia: il Consiglio regionale ha rinviato il progetto di legge sui predatori
Lupi sui monti della Lessinia: il Consiglio regionale ha rinviato il progetto di legge sui predatori
Lupi sui monti della Lessinia: il Consiglio regionale ha rinviato il progetto di legge sui predatori
Lupi sui monti della Lessinia: il Consiglio regionale ha rinviato il progetto di legge sui predatori

Bloccati due progetti di legge all’ordine del giorno del Consiglio regionale di martedì scorso e rinviati a data da destinarsi. Il caso più clamoroso è la scomparsa del Pdl 368, di iniziativa del consigliere leghista Nicola Ignazio Finco, che ne era anche relatore e che non si è presentato al dibattito in aula. Il progetto, sottoscritto anche dai consiglieri veronesi Luca Coletto e Stefano Valdegamberi, composto di soli due articoli, chiedeva l’attuazione dell’articolo 16 della direttiva europea 92/43/CEE, nota come direttiva Habitat e relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. In pratica «la Regione, acquisito il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), può autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione di esemplari di orso e lupo a condizione che non esista un’altra soluzione valida e che tali azioni non pregiudichino il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale». Il testo è la fotocopia delle leggi approvate la scorsa estate dalle province autonome di Trento e Bolzano e impugnate dal Governo alla Corte costituzionale: era segnato il destino anche di questa legge e forse si è preferito evitare lo stesso iter, come aveva messo in guardia il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. L’altro progetto di legge ne sintetizza altri tre (252 dei consiglieri Maurizio Conte e Giovanna Negro; 336 del gruppo del Partito democratico; e 337 dei consiglieri della Lega Gianpiero Possamai e Franco Gidoni e Gianpaolo Bottacin lista Zaia) facendo riferimento alla viabilità su strade silvo-pastorali, aprendole non solo a chi ha proprietà da coltivare, ma anche a tutti i residenti da almeno 15 anni e ai cacciatori che necessitano di recuperare le prede abbattute, mentre il Pd chiedeva il sequestro dei mezzi che avessero violato più volte il divieto di accesso. Il Pdl è stato rinviato in Terza Commissione, sebbene fosse uscito dalla stessa lo scorso gennaio con 25 voti favorevoli, nessun contrario e 13 astenuti. «Oggi è una bella doppia notizia per la tutela di ambiente, fauna selvatica e montagna», commenta Andrea Zanoni, consigliere del Partito democratico, «e voglio ringraziare associazioni e cittadini che si sono mobilitati sia tramite mail che di persona, manifestando fuori da palazzo Ferro Fini. Ero pronto al varco con una nutrita manovra emendativa, perché sono due provvedimenti sbagliati e pericolosi. Per quanto riguarda lupo e orso, tutto spostato per l’assenza del relatore della legge. Che ci sia qualche mal di pancia all’interno della maggioranza?», si chiede Zanoni, «o forse si sono resi conto che è pericoloso approvare una legge già impugnata dal loro stesso Governo?». Discorso diverso, invece, riguarda il progetto di legge per il transito dei fuoristrada nelle aree silvo-pastorali: «Di solito questi rinvii sono l’anticamera dell’affossamento. Finalmente hanno ascoltato le preoccupazioni di tanti sindaci, Comunità montane, associazioni ambientaliste e di tutela degli animali, Cai e residenti: dare il via libera ai fuoristrada dei cacciatori sui sentieri di montagna vietati ai mezzi motorizzati sarebbe assolutamente sbagliato». Chiara Tosi, coordinatrice regionale della Lega italiana protezione uccelli (Lipu) condivide la soddisfazione per la doppia bella notizia con le altre associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Legambiente e Wwf), che su questi temi si erano battute: «Le ultime uscite del ministro Costa in Alto Adige sono state molto chiare: non si toccano lupi e orsi, ma va adottato presto un piano di tutela anche negli interessi degli stessi allevatori». Cita comunque due note dolenti: «Purtroppo lo scorso gennaio è passata nel silenzio generale la legge che autorizza la caccia con il metodo della falconeria in tutti i mesi dell’anno, senza rendesi conto che i rapaci non distinguono tra fauna protetta e no e diventa così difficilissima la battaglia per la conservazione delle specie a rischio di estinzione. Inoltre, dopo il disastro ambientale dello scorso ottobre sulle Alpi venete, con milioni di alberi abbattuti, avevamo chiesto la sospensione della caccia che c’è stata ma per un tempo troppo limitato, mentre diversi esperti raccomandano che per almeno due o tre anni si sospenda ogni attività venatoria nelle aree disastrate dal vento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Zambaldo

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