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Lotta ai cinghiali
La Regione
aggiusta il tiro

Battuta di caccia ai cinghiali
Battuta di caccia ai cinghiali
Battuta di caccia ai cinghiali
Battuta di caccia ai cinghiali

Che i cinghiali siano un problema per le colture, la viabilità, lo sviluppo armonico della fauna selvatica, è un dato ampiamente dimostrato: i danni accertati con perizia solo nel settore agricolo nel quinquennio 2006-2010 sono stati di oltre un milione e 150mila euro, su 1031 eventi registrati, mediamente 200 all’anno per l’intero Veneto. Ora però si potrà intervenire con gli abbattimenti di cinghiali dentro e fuori i confini delle aree protette dopo che l’Ispra, l’Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale, ha accolto le indicazioni della Regione e la giunta ha approvato il Piano triennale di gestione e controllo ai fini dell’eradicazione del cinghiale dal territorio regionale.

ALL’INTERNO e all’esterno dei parchi si possono fare catture tramite recinti o abbattimenti procedendo individualmente su appostamento, oppure in forma vagante con l’arco. Sono riservati alle aree esterne ai parchi gli abbattimenti in forma collettiva con la tecnica della girata o in modo individuale e in forma vagante durante la caccia di selezione agli ungulati.

L’assessore alla Caccia Giuseppe Pan ha presentato allo stampa il piano elencando le diverse azioni possibili per mettere in atto il controllo e si è detto soddisfatto del risultato raggiunto: «È finalmente una bella risposta che ci permetterà di risolvere o quantomeno contenere al minimo i danni causati da questa specie e che preoccupano non poco agricoltori e allevatori».

«Ci sono anche danni legati alla circolazione stradale e ai timori che derivano per la presenza di questa fauna selvatica per gli escursionisti. Si è raggiunto un buon punto di equilibrio», commenta Pan, «ed è importante che ora ci sia coordinamento fra enti e istituzioni, fra guardie venatorie e guardie provinciali, fra cacciatori abilitati che possono intervenire negli abbattimenti, fuori dalle aree protette, ma anche dentro quando sia stato predisposto un apposito programma di intervento».

Le indicazioni fornite dall’ Ispra hanno dettato le linee guida del piano triennale della Regione Veneto, che coinvolge molti soggetti, a partire dalla Regione e dalle Province che devono orientare la gestione della specie verso una drastica riduzione.

LA LORO PARTE devono farla anche le aree protette e i parchi che devono realizzare piani di contenimento in accordo con analoghe attività che si svolgono all’esterno dei confini; gli agricoltori chiamati a superare la logica assistenzialista per assumere comportamenti responsabili e improntati all’autodifesa; i cacciatori che devono partecipare attivamente a una drastica riduzione della densità di cinghiali, anche se questo può comportare una successiva diminuzione dei carnieri; il mondo ambientalista, protezionista e animalista, non ostacolando metodi di prelievo selettivi ed efficaci.

Il piano prevede metodi preventivi a carattere ecologico per la salvaguardia dei predatori naturali; realizzazione di colture dissuasive; foraggiamento artificiale; recinzioni perimetrali fisse o anche elettrificate, strumenti di prevenzione acustici; sostanze repellenti, strumenti di prevenzione ottico-visiva.

Ma ci sono anche interventi di controllo diretto con la cattura tramite recinti mobili e fissi («chiusini») e successivo abbattimento; prelievo a scopo di controllo tramite abbattimento, in modalità individuale, da appostamento («da altana»).

ALTRI INTERVENTI possono essere di controllo diretto tramite abbattimento in modalità collettiva, in forma vagante con la tecnica della girata con arma da fuoco, o anche in modalità individuale, in forma vagante, in corso dell’attività di prelievo durante la caccia di selezione agli ungulati con arma da fuoco.

Infine, interventi di controllo diretto con prelievo a scopo di controllo tramite abbattimento, in modalità individuale, all’aspetto da appostamento e in forma vagante con l’utilizzo dell’arco.

Il Piano prevede l’obbligo dei trattamenti sanitari sulle carcasse e recepisce obblighi comunitari in materia di sanità animale ed igiene alimentare, che individua le modalità di centri di lavorazione autorizzati per evitare il diffondersi di malattie negli allevamenti di suini e anche all’uomo.

ALL’ESTERNO dei parchi e delle aree protette il controllo è affidato a guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali; proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio e di idonea assicurazione; guardie forestali e guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio; operatori autorizzati alla caccia e assicurati, formati dalla provincia e coordinati dal personale di vigilanza; corpi o servizi di polizia provinciale.

All’interno di parchi e aree protette il controllo è invece affidato al personale dipendente dall’ente di gestione o soggetti dallo stesso autorizzati, scelti di preferenza tra cacciatori residenti nel territorio del parco, previ opportuni corsi di formazione a cura dello stesso ente e muniti di assicurazione; cacciatori formati dalla Provincia e coordinati dal personale di vigilanza della stessa; anche soggetti privati residenti nel territorio del parco che, previo effettivo riscontro di danni nel proprio fondo, possono dotarsi di specifici chiusini, secondo le modalità e le procedure definite dall'ente parco; corpi o servizi di polizia provinciale.

Vittorio Zambaldo

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