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«Les Éternels» e «Vazante»
tra genocidio e schiavitù

Un momento di «Vazante» di Daniela Thomas, pellicola che aprirà il Film FestivalUn fotogramma da «La ciudad perdida» di Francisco Herve, ambientato in Cile, è la surreale esplorazione alla ricerca della città d’Oro dei Cesari«My name is Eeoow» del regista indiano Oinam Doren
Un momento di «Vazante» di Daniela Thomas, pellicola che aprirà il Film FestivalUn fotogramma da «La ciudad perdida» di Francisco Herve, ambientato in Cile, è la surreale esplorazione alla ricerca della città d’Oro dei Cesari«My name is Eeoow» del regista indiano Oinam Doren
Un momento di «Vazante» di Daniela Thomas, pellicola che aprirà il Film FestivalUn fotogramma da «La ciudad perdida» di Francisco Herve, ambientato in Cile, è la surreale esplorazione alla ricerca della città d’Oro dei Cesari«My name is Eeoow» del regista indiano Oinam Doren
Un momento di «Vazante» di Daniela Thomas, pellicola che aprirà il Film FestivalUn fotogramma da «La ciudad perdida» di Francisco Herve, ambientato in Cile, è la surreale esplorazione alla ricerca della città d’Oro dei Cesari«My name is Eeoow» del regista indiano Oinam Doren

Sono 21 le pellicole in concorso alla ventitreesima edizione del Film Festival della Lessinia, che alzerà il sipario domani e proseguirà fino a domenica 27 agosto al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, con l’anticipazione al teatro di Cerro oggi di Banditi a Orgosolo, film mito di Vittorio De Seta del 1961 che apre il tema di quest’anno centrato su banditi, contrabbandieri e passatori.

I video in concorso sono stati selezionati tra le oltre 300 opere cinematografiche giunte alla commissione che ne doveva decidere l’ammissione: ora si contenderanno i premi Lessinia d’oro (alla miglior opera cinematografica) e Lessinia d’Argento (alla miglior regia), i massimi riconoscimenti della manifestazione, e numerosi altri premi speciali assegnati, tra gli altri, da Curatorium Cimbricum Veronense, Cassa Rurale Vallagarina e dai detenuti della Casa circondariale di Montorio. Ad inaugurare i nove giorni di pellicole in concorso al Teatro Vittoria, domani, è Lana. Wool in the air – La lana è nell’aria di Susanna Fanzun che racconta di una risorsa rinnovabile, come il legno, che sulle Alpi sta vivendo un periodo di grande riscoperta. Dalla Svizzera il giro del mondo prosegue fino ai paesaggi del Cile con la magia delle immagini de La ciudad perdida – La città perduta di Francisco Herve: una surreale esplorazione alla ricerca della Città d’Oro dei Cesari. Per la prima volta viene presentato in Lessinia un documentario proveniente da Myanmar, l’ex Birmania del Sudest asiatico: Slate - Ardesia di Khin Warso.

Entra nella programmazione con 56 film provenienti da 31 paesi, un viaggio intorno al mondo tra Europa, Stati Uniti, Argentina, Cile e Perù; tra India, Afghanistan, Kazakistan, Nepal, a conferma della ricerca internazionale che fa arrivare in Lessinia il meglio della recente produzione internazionale.

Immagini crude di morte e sepoltura sono quelle di alcune delle pellicole più attese: da Knife in the Clear Water – Lama nell’acqua limpida, opera prima del giovane regista cinese Wang Xuebo, a Die Einsiedler – Gli eremiti che ha segnato l’esordio nel lungometraggio di finzione per l’altoatesino Ronny Trocker; il documentarista francese Pierre Yves Vandeweerd propone invece Les Éternels – Gli eterni: dura riflessione sui sopravvissuti del genocidio armeno.

Non manca l’attenzione alla vita delle popolazioni che abitano nelle terre alte. Delle aspirazioni di giovani donne magrebine, le sorelle berbere Khadija e Fatima cresciute in una comunità rurale dei Monti Altas, narra Tala Hadid in Tigmi n Igren – Casa di campagna. E originalissimo è il soggetto di My Name is Eeoow – Il mio nome è Eeoow del regista indiano Oinam Doren: nel villaggio di Kongthong ogni madre della tribù dopo il parto inventa e canta una melodia che identifica il proprio figlio, come un vero e proprio nome. Il mondo dell’infanzia è protagonista di vicende di guerra e contrabbando in The Land of the Enlightened – La terra degli illuminati di Peter-Jan De Pue; di lotte per la salvaguardia della propria terra nel documentario ambientato tra i villaggi delle Ande peruviane Jardines de plomo - Giardini di piombo di Alessandro Pugno. L’apertura del Festival è affidata a una produzione portoghese e brasiliana fuori concorso, Vazante di Daniela Thomas. Dagli schermi della Berlinale arriva a Bosco Chiesanuova, in anteprima italiana, la storia ambientata in Brasile a inizio Ottocento, negli anni che precedono l’abolizione della schiavitù. È un film potente e cupo, anche per scelta della fotografia in bianco e nero e dialoghi rarefatti. Ospite della serata di chiusura (sabato 26 alle 21, dopo la cerimonia di premiazione che si svolge alle 18) è il regista Alessandro Comodin con il suo I tempi felici verranno presto. Dopo un’ applaudita partecipazione al Festival di Cannes 2016, il film, itinerario onirico di ricerca e confronto con il primordiale e la natura, è sui Monti Lessini per una delle rare visioni italiane.

Sponsor principali della rassegna sono la Cassa Rurale Vallagarina, il Gruppo Fimauto Autogemelli Bmw e le Cantine Bertani. L’evento è sostenuto da Comune di Bosco Chiesanuova, Comunità montana e Parco della Lessinia, ministero per i Beni e le Attività culturali, Regione Veneto, Fondazione Cariverona, Università di Verona e Consorzio Bim Adige.

Vittorio Zambaldo

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