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Laura e Massimo
«cuori verdi»
al rifugio Revolto

Massimo Scarano e Laura Caloni, gestori del rifugio Revolto FOTO AMATO
Massimo Scarano e Laura Caloni, gestori del rifugio Revolto FOTO AMATO
Massimo Scarano e Laura Caloni, gestori del rifugio Revolto FOTO AMATO
Massimo Scarano e Laura Caloni, gestori del rifugio Revolto FOTO AMATO

Non è più solo rifugio, come è stato per tanti anni: il Revolto, a 1.336 metri di quota nella Foresta di Giazza, prima che diventi roccia viva del gruppo del Carega, la milanese Laura Caloni e il torinese Massimo Scarano, in meno di un anno di presenza lo hanno trasformato nel cuore pulsante di chi vive la montagna non solo per l'impresa, per le camminate e le mangiate. È diventato anche un rifugio del cuore e dello spirito, perché Laura e Massimo sono anche terapeuti olistici in formazione da diversi anni, e hanno riservato uno stanza del rifugio, «quella più vicina al cielo», rivelano, per le discipline di meditazione e crescita interiore: si occupano di reiki, riflessologia plantare, riflessologia facciale vietnamita, consulenze, fiori di Bach e respiro, tutte discipline bionaturali e olistiche, cioè che si prendono cura della persona in tutti i suoi aspetti: fisico, emotivo, mentale e spirituale.

Arrivano da mondi diversi, Laura dal lavoro impiegatizio e Massimo da un'infinità di altri lavori ma sempre con la passione per le discipline olistiche.

Un anno di impegno in un agriturismo in Liguria ha fornito loro le competenze anche per l'accoglienza: «Cercavamo qualcosa del genere quando è arrivata la telefonata di Cosimo Bicchierri, chef del ristorante Erbecedario di Sprea che aveva vinto l'appalto di Veneto Agricoltura per la gestione del rifugio Revolto e siamo venuti a vederlo, restando subito stregati dal luogo», raccontano.

MA ERA GIÀ metà giugno dell' anno scorso e ci sono voluti un paio di mesi di lavori di pulizia e sistemazione. Solo a metà luglio aprì il bar e ci volle anche il mese di agosto per l'avvio del ristorante dove sono aiutati da Anna Anselmi. «A me piace cucinare ma da Anna ho imparato molto anche per la gestione della sala, oltre che della cucina», può confessare adesso Laura.

Il rifugio ha recuperato i 24 posti letto e la trentina di coperti: all'inizio non è stato facile perché i primi mesi la gente entrava con diffidenza: «Qualche vecchio cliente che chiedeva polenta e capriolo lo abbiamo perso quando abbiamo risposto che i caprioli preferiamo vederli al mattino sul prato a pascolare davanti al rifugio, piuttosto che in pentola», racconta Laura, «ma abbiamo avvicinato un mondo di altra gente che cerca alimentazione vegetariana e vegana. Non rifiutiamo la carne se qualcuno la chiede, ma non è fra le nostre prime proposte. Ci interessa offrire alimenti genuini, prodotti nell'orto di Sprea, coltivati in maniera biologica e possiamo dire a chilometri zero».

Infatti attorno al rifugio e nel bosco c'è abbondanza di ortiche e in questi giorni anche di Buon Enrico, detto anche farinello o spinacio selvatico, che entrano nella cucina del rifugio per insaporire gnocchi e canederli, zuppe di cereali e legumi, ma anche verdure fresche molto gradite e un'infinità di altre ricette, dolci compresi, realizzati per una buona metà senza latticini e senza uova. C'è anche un dolce tipico, il Bacione di Revolto «nato da un errore ai fornelli, come talvolta capita: volevamo fare i Baci di Dama, tipici torinesi, ma sono venuti troppo grossi e così sono diventati Bacioni e vanno a ruba», assicurano.

Da questa settimana, fino al 20 settembre, il rifugio è aperto tutti i giorni e nel resto dell'anno dal mercoledì alla domenica.

Controllare sul sito eventuali modifiche (www.rifugiorevolto.com) o telefonare ai numeri 045.7847021 o 329.871 4009.

Vittorio Zambaldo

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