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«La volevamo noi, invece
è passata al Viminale»

C’era da 55 anni e dominava le cartoline del paese con le sue antenne, la base Nato per le telecomunicazioni, installata a Sant’Anna d’Alfaedo. Il 30 marzo dell’anno scorso è stata chiusa «ma io l’ho saputo casualmente due giorni prima da uno che ci lavorava dentro», riferisce il sindaco Raffaello Campostrini. È stata immediata la volontà di acquisire l’area di circa 15 ettari ed è partita a metà maggio dello stesso anno la richiesta al Demanio. La risposta che sembrava immediata è invece arrivata solo venerdì scorso: «Il bene in oggetto non rientra fra quelli disponibili ad essere ceduti». Eppure non era così un anno fa, tant’è che al sindaco era stato consigliato di fare subito la domanda di acquisizione fornendo mappali e numeri catastali. Cos’è successo nel frattempo? Che la base, dal ministero della Difesa è passata a quello dell’Interno, il quale ci ha messo sopra gli occhi per una destinazione diversa e che oggi, alla luce dei fatti accaduti, diventa più chiara. La base funzionava come centro delle comunicazioni per le unità navali della Nato, centro radar e di telecomunicazioni. Era tra le 120 basi ufficialmente dichiarate in Italia dall’Alleanza atlantica.

«PUNTAVAMO all’acquisizione e ne siamo ancora convinti», assicura il sindaco Campostrini, «e appena ne avremo la disponibilità metteremo in campo un progetto di valorizzazione turistica del sito. Il paese ha pagato a lungo per questa servitù militare, rinunciando a possibilità di sviluppo urbanistico e imprenditoriale in una zona che sarebbe stata l’ideale anche per la costruzione delle nuove scuole. Ora con questa decisione della Prefettura si impone un’altra servitù che il paese non meriterebbe». V.Z.

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