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La voce di Valeria
per resistere
in montagna

Valeria Tron al teatro di  Bosco ChiesanuovaIl concerto al Teatro Vittoria, dove la cantautrice piemontese ha cantato gratuitamente per il pubblico
Valeria Tron al teatro di Bosco ChiesanuovaIl concerto al Teatro Vittoria, dove la cantautrice piemontese ha cantato gratuitamente per il pubblico
Valeria Tron al teatro di  Bosco ChiesanuovaIl concerto al Teatro Vittoria, dove la cantautrice piemontese ha cantato gratuitamente per il pubblico
Valeria Tron al teatro di Bosco ChiesanuovaIl concerto al Teatro Vittoria, dove la cantautrice piemontese ha cantato gratuitamente per il pubblico

È nato tutto da un regalo e con un regalo è proseguita la storia che ha per protagoniste Giulia, dodicenne autistica di Bosco Chiesanuova, e la cantautrice torinese Valeria Tron. Le ha fatte incontrare uno degli abiti che Giulia ama confezionare disegnandoli e imbastendoli sul manichino da sarta che le ha regalato papà Giacomo. Al commento di Valeria su Facebook che le piacerebbe indossare un vestito così, è seguito il pacco arrivatole a casa per posta con il vestito regalo di Giulia.

«Ho sempre desiderato fin da piccola diventare una stilista», racconta la ragazza, che si è fatta capire con un disegno per indicare al padre che cosa volesse per mettere insieme tutti quei ritagli di stoffa che nessuno in famiglia riusciva a capire a che cosa potessero servire. «Adesso però vorrei anche un manichino maschile, perché mi piacerebbe disegnare e confezionare delle cravatte», dice Giulia che ha imparato a parlare con proprietà e anche a vendere le sue creazioni e con i soldi che guadagna compra altra stoffa per dar sfogo alla sua fantasia.

La mamma e la sorella Elena sono le sue consulenti in materia di stile: «Diamo i nostri consigli ma è poi lei che decide: anzi di solito fa sempre il contrario di quello che le suggeriamo. È gelosissima delle sue creazioni e spostare una perlina di un ricamo è già una tragedia, perché nessuno deve toccare o cambiare», rivelano.

Valeria, che canta in patois, l’antica lingua francoprovenzale dei trovatori, che è ancora parlata nel suo borgo a 1.500 metri della Val Germanasca, ha deciso di ricambiare il dono con un concerto per Giulia e per Abal, l’Associazione bambini autistici Lessinia. «Sono venuta perché questa è una storia tenera e di empatia, è una storia di talenti e di coraggio e coraggio è la parola che accompagna le canzone di tutto il concerto», ha premesso Valeria, prima di imbracciare la chitarra e mettersi al microfono.

Ne è uscita una voce forte, dura come le rocce di casa e dolce come i prati di narcisi che ha raccontato essere la meta dei suoi pellegrinaggi, sui pascoli in primavera. Una voce che non ti aspetteresti da una piccola grande donna che ha retto per due ore, pur febbricitante e imbottita di Tachipirina, un concerto meraviglioso nel Teatro Vittoria.

Accompagnata alla chitarra da Claudio Bonetto e Paolo Gelato ha cantato la sua terra e la montagna alzando gli occhi al cielo come il titolo della canzone e del concerto (Lève les yeux) e come Giacomo le ha ricordato a inizio spettacolo, citando il gesto di suo padre che la sollevava da piccola e la invitava a guardare oltre il difficile momento di un’esistenza segnata anche dall’alcolismo: «Perché la montagna è anche questa piaga che non va nascosta», ha detto Valeria, ricordando che la canzone è dedicata al padre e alla sua vita difficile da partigiano, da «orfano» di un figlio che la vita gli ha strappato. «Ma è lui che mi ha insegnato la bellezza della montagna, i lavori da maschi, perché “nella vita bisogna saper fare di tutto”».

Una forza dirompente e una voce forte, che ha cantato con una scenografia fatta con gli abiti di Giulia e i disegni belli ed espressivi dei bambini che frequentano il Centro di Marzana, una voce determinata a difendere i luoghi e la cultura, per difendere le persone in un’azione di «resistenza», là dove vive e qui in Lessinia, «perché in un posto dove c’è l’empatia e la cultura dell’accoglienza lì c’è la tua casa» ha detto e cantato, promettendo a suo figlio e a tutti i bambini che fra vent’anni si tornerà a sentire l’odore delle stalle, il gorgogliare dell’acqua nelle fontane e il gioco dei bambini fra le case dei paesi che sono stati abbandonati.

Nicola Marcolini, presidente di Abal, ha ricordato il progetto del costo di 75mila euro che l’associazione intende far partire al Centro di Marzana per favorire l’inserimento e fornire gli strumenti per spendere le abilità acquisite, quelle stesse che gli educatori specializzati Elisabetta Brenzoni e Maurizio Gioco hanno illustrato come crescita e percorso dei ragazzi che seguono. Lorenza Corradi, a nome dell'amministrazione di Bosco Chiesanuova ha promesso il sostegno e la vicinanza del Comune alle famiglie in difficoltà.

Una visione «in verticale», un quadro di grandi dimensioni di una Lessinia invernale ritratta dall’artista Michele Tale, è stato l’omaggio finale a Valeria Tron, che si è detta «obbligata a tornare almeno per i prossimi cinque anni, di fronte a tanta generosità ed empatia: le nostre costruzioni mentali fanno da freno alla loro fantasia e il loro modo di vedere la vita è quello che vorresti per te... ma non è così», ha concluso citando le sue esperienze con quattro ragazzi disabili.

Vittorio Zambaldo

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