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La statua in vetroresina
contestata e ora bruciata

Ciò che resta della statua in vetroresina di Badia Calavena
Ciò che resta della statua in vetroresina di Badia Calavena
Ciò che resta della statua in vetroresina di Badia Calavena
Ciò che resta della statua in vetroresina di Badia Calavena

Non ha aspettato il favore delle tenebre per compiere il suo gesto vandalico chi ha appiccato fuoco a una delle statue in vetroresina che adornano la piazza e il centro storico di Badia Calavena. Erano da poco passate le 17 del giorno di Capodanno quando una residente su viale della Rimembranza ha notato il fumo e le fiamme su retro di una della statue che sei anni fa l’allora sindaco Ermanno Anselmi aveva commissionato a Riccardo Barba, titolare di una ditta specializzata nella lavorazione di resine per usi artistici, decorativi e industriali.

Da allora sono una decina le statue entrate a far parte dell’arredo urbano del paese e caratterizzano con tocco moderno la piazza rinnovata, accanto a elementi che la connotano per tradizione come gli ippocastani, la fontana del mercato del bestiame con le bacinelle e i lavatoi.

Ma quella statua di una figura accovacciata a braccia conserte non era mai piaciuta a qualcuno e in paese girava voce che fosse troppo esplicita nel riprendere una figura umana intenta a espletare le sue funzioni fisiologiche.

A metà dicembre aveva fatto la sua comparsa un cartello appeso alla statua che dichiarava esplicitamente: «Sei la vergogna del paese!». Non contento di aver espresso il suo disappunto e la sua disapprovazione, la stessa mano, o quella di qualcuno sulla stessa lunghezza d’ onda, ha pensato di incenerire la statua.

Sul fatto dell’incendio è evidente la matrice dolosa, perché il fuoco si è sprigionato da un barattolo appoggiato sul basamento e che conteneva probabilmente sostanze infiammabili.

«Abbiamo sporto denuncia alla stazione dei carabinieri», commenta il sindaco Emanuele Anselmi, «e sono al vaglio degli inquirenti le registrazioni video delle telecamere di sorveglianza della zona. Ognuno è libero di esprimere il suo pensiero in materia estetica e nulla come in questo campo è opinabile. Una produzione artistica può piacere o non piacere, ma distruggerla non è il modo di rispettare quanto è stato onorato con le tasse pagate da tutti i contribuenti, compreso da colui che ha deciso e attuato questa azione vandalica», aggiunge il sindaco.

Non si esprime ancora su come intenda sostituire il manufatto: «Ho preso contatti con l’autore per un eventuale intervento di restauro o per la sostituzione, ma non ho ancora una risposta definitiva. Tutto dipenderà dalla cifra che dovrà essere impegnata allo scopo», conclude il sindaco.

Sei anni fa, in occasione dell’inaugurazione della piazza con la posa delle statue, l’autore Riccardo Barba aveva spiegato ai concittadini che «la piazza è un luogo in cui voi dovete mettere idee ed impegno. Per questo le statue non hanno una faccia: dovete mettercela voi». E c’è chi l’ha preso in parola mostrando la sua faccia peggiore.

Vittorio Zambaldo

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