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La proposta: «Si introduca il limite di compatibilità»

È già stata depositata dal consigliere regionale della Lista Zaia, Stefano Valdegamberi, una risoluzione sui lupi da far approvare al Consiglio regionale con la quale si impegna il presidente e la giunta per una richiesta chiara in merito alla situazione che si sta vivendo in Lessinia.

«L’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’organismo tecnico di consulenza del ministero dell’Ambiente, dovrebbe rispondere alla domanda di quale sia il numero di lupi che questo territorio così antropizzato e coltivato possa sostenere», osserva Valdegamberi, «perché la Lessinia, più che altrove, ha un carico di bestiame ovino e bovino che non ha paragoni con altre zone. L’altopiano veronese rappresenta un’isola di 300 chilometri quadrati di pascoli e malghe, chiuso a Sud dalla cortina di paesi abitati e a nord dalla profonda spaccatura della Valle dei Ronchi. In mezzo ci sono aziende e paesi, non un parco selvaggio. Rappresenta una delle aree italiane dove l’allevamento è ancora presente e ben radicato. Già questo dovrebbe far comprendere che è il luogo meno adatto per il lupo. Purtroppo c’è, e la legge lo difende, però possiamo chiedere il “limite di compatibilità“ perché non si impoveriscano la montagna, con l’uomo che la abita e ci lavora, e la biodiversità», avverte Valdegamberi.

MA DAL MOMENTO che si saprà il numero di capi «accettabile» che cosa sarà permesso di fare in caso di superamento del limite? «Si darà mandato per lo spostamento o l’abbattimento. Non sarebbe né più né meno che un prelievo venatorio come viene fatto oggi per la caccia di selezione per i capi in eccesso. È una questione di buon senso che può mettere d’accordo tutti, ambientalisti compresi, quando si liberano dello scontro ideologico», commenta il consigliere regionale che si sta adoperando perché la direttiva sia approvata anche da ogni singolo Consiglio comunale dei paesi coinvolti. V.Z.

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