Nel Ventennio, come ogni mezzo di comunicazione, L’ Arena non è esente dalla roboante propaganda fascista di Stato. A ogni anniversario della marcia su Roma del 28 ottobre 1922, le autorità locali procedono con raffiche di inaugurazioni di «opere del regime». Nel 1933 è la volta della strada Littoria della Lessinia che collegherà Val di Porro a Roverè. Il «ritmo operoso dei picconi fascisti», sottotitola il quotidiano, fa largo al «sonante cantiere nel vajo di Squaranto».
L’anno successivo, un’intera pagina è dedicata, il 28 ottobre, alle «opere del regime nell’anno XII in provincia» con tanto di fotografie. Sono dieci gli interventi elencati tra cui si annovera la scuola di San Martino Buon Albergo; nei comuni sul lago si lavora alla strada Gardesana a Torri e per la nuova pavimentazione a Malcesine; nella Bassa arrivano il ponte sul Bussè e l’arginatura dell’Adige a Legnago.
Nel 1935 inizia, invece, l’ opera idraulica per sistemare la via d’acqua Tartaro-Canal Bianco-Po di Levante, che scorre tra Verona e Rovigo. Sarà una gigantesca opera per la difesa di 260mila ettari di bonifica e navigabile per 140 chilometri. E, neanche a dirlo, sarà chiamato anche canale Mussolini-Tartaro-Canalbianco.M.V.A.