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La magia della neve in cammino all’alba

La chiesetta, dedicata a tutti i morti alpini, vicino al rifugio «Pompeo Scalorbi» attorniata dalla neve: dal 2012 almeno non nevicava così tanto Incontri speciali: la foto è scattata dal monte Terrazzo in direzione della parte bassa  del monte ZevolaTracce lasciate sulla cengia del Monte Terrazzo. Tutte le foto di questa pagina sono di Luca Giavoni: il 24 dicembre avevamo pubblicato la prima «puntata» dedicata ai suoi scatti
La chiesetta, dedicata a tutti i morti alpini, vicino al rifugio «Pompeo Scalorbi» attorniata dalla neve: dal 2012 almeno non nevicava così tanto Incontri speciali: la foto è scattata dal monte Terrazzo in direzione della parte bassa del monte ZevolaTracce lasciate sulla cengia del Monte Terrazzo. Tutte le foto di questa pagina sono di Luca Giavoni: il 24 dicembre avevamo pubblicato la prima «puntata» dedicata ai suoi scatti
La chiesetta, dedicata a tutti i morti alpini, vicino al rifugio «Pompeo Scalorbi» attorniata dalla neve: dal 2012 almeno non nevicava così tanto Incontri speciali: la foto è scattata dal monte Terrazzo in direzione della parte bassa  del monte ZevolaTracce lasciate sulla cengia del Monte Terrazzo. Tutte le foto di questa pagina sono di Luca Giavoni: il 24 dicembre avevamo pubblicato la prima «puntata» dedicata ai suoi scatti
La chiesetta, dedicata a tutti i morti alpini, vicino al rifugio «Pompeo Scalorbi» attorniata dalla neve: dal 2012 almeno non nevicava così tanto Incontri speciali: la foto è scattata dal monte Terrazzo in direzione della parte bassa del monte ZevolaTracce lasciate sulla cengia del Monte Terrazzo. Tutte le foto di questa pagina sono di Luca Giavoni: il 24 dicembre avevamo pubblicato la prima «puntata» dedicata ai suoi scatti

«Sarei contenta di incontrarti una volta. “Il folletto del Carega” riesci sempre a rendere magici i tuoi scatti», gli scrivono. Perché, ironia della sorte, il fotografo più «social» delle montagne veronesi è in fondo anche il più solitario. Ogni giovedì e ogni domenica, prima dell’alba, Luca Giavoni sale sulle nostre montagne e regala alle pagine Facebook dedicate a Carega e Baldo gli scatti del mondo che si risveglia visto dall’alto. (Quasi) sempre da solo, anche in questo inverno finalmente nevoso dopo anni di siccità. «Essere da soli semplifica il silenzio», racconta, «ci si riesce a concentrare su se stessi e anche a stare più attenti. Con il “coraggio”, a volte, di tornare indietro». «Non voglio spingere la gente a camminare in solitaria in montagna», continua, «ma farlo a volte aiuta a sistemare i “file” nella testa. Quando torno in ufficio dai monti, tutti i problemi assumono una valenza diversa. E poi, in fondo, a volte si è più soli nella folla di in un centro commerciale che nel silenzio di una vetta». •

 

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