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La base destinata
ai profughi
ha tre bunker

A Erbezzo il tema del giorno è il possibile arrivo di 80 migranti nell’ex base Nato di Vaccamozzi, sul quale l’ amministrazione del sindaco Lucio Campedelli ha organizzato l’assemblea al Palalinte alla quale la partecipazione è stata massiccia e alla quale il primo cittadino ha annunciato che il Comune ha aderito a un coordinamento con altre 25 amministrazioni veronesi che non hanno aderito allo Sprar per il quale si prevede l’invio di profughi con una percentuale non superiore al 3 per mille dei residenti.

Ma qual è storia della base Nato di telecomunicazioni di Vaccamozzi, concepita negli anni Cinquanta? È entrata in funzione nel 1968, come centro di comunicazione HF dipendenti dal JFC South (Joint Force Command, Comando Forze alleate del Sud Europa) a servizio del comando di Verona della Nato.

Era definita Site R (ricevente) rispetto a Sit T (Trasmittente) che identificava quella vicina di Sant’Anna d’Alfaedo di cui era speculare: entrambe servivano per le comunicazioni con le flotte del Patto Atlantico che solcavano tutti i mari del mondo.

La località sorge in un un posto isolato fra il capoluogo e Cappella Fasani e ha ospitato fino a una ventina di militari addetti alle trasmissioni, per lo più telescriventisti e radiofonisti, oltre a una quarantina tra ufficiali e personale civile specializzati nelle comunicazioni, circa 25 persone impegnate nella logistica e una ventina di agenti del corpo di guardia, ultimamente affidato ai carabinieri.

I dati si riferiscono al periodo di maggior presenza di personale. Poi con l’avvio dell’informatizzazione, tanti compiti sono stati affidati alle macchine e il personale è gradatamente diminuito.

È stata in funzione fino al 31 marzo 2016, poi in mano ai militari fino alla fine di ottobre per lo smantellamento delle antenne ed è quindi pienamente efficiente, in grado di ospitare un’ottantina di persone con pochi interventi di adeguamento che riguarderebbero la cucina e qualche bagno dove pare siano scoppiate le tubature dell’ acqua a causa del freddo dello scorso inverno quando la base non era più abitata.

Tutta la base ha una superficie di 300mila metri quadrati interamente recintati, con tre bunker antiatomici che ospitavano le apparecchiature riceventi e trasmittenti.

«Ne avevamo chiesto la cessione a titolo gratuito», sottolinea il sindaco Lucio Campedelli, «per un progetto coordinato con l’amministrazione di Sant’Anna d’Alfaedo, con l’intenzione di trasformare le palazzine in casa vacanze all’interno di un parco faunistico, mentre i bunker, per le particolari condizioni di temperatura e umidità, potrebbero essere destinati alla conservazione e valorizzazione di prodotti locali. Già alcuni imprenditori del posto si erano dichiarati interessati al loro utilizzo».

Quando sembrava imminente la cessione al Comune è arrivato lo stop, con il passaggio del bene dal ministero della Difesa a quello dell’Interno che lo ha affidato alla Prefettura per l’ospitalità ai migranti.

Con gara di somma urgenza, pubblicata quaranta giorni, fa è stato dato incarico per lavori di sistemazione e il sindaco, che all’assemblea al Palalinte ha sottolineato come Erbezzo abbia solo 750 abitanti distribuiti su 33 chilometri quadrati «senza una caserma dei carabinieri né la polizia locale che potrebbe intervenire in caso di necessità immediata», ritiene che l’accoglienza dei profughi potrebbe essere imminente, forse anche dopo subito Ferragosto. V.Z.

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