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L’opera «Il Muro»
di Mattuzzi sale
sul podio mondiale

Roberto Mattuzzi esegue gli ultimi ritocchi sulla sua opera  durante il concorso internazionale a Furnari
Roberto Mattuzzi esegue gli ultimi ritocchi sulla sua opera durante il concorso internazionale a Furnari
Roberto Mattuzzi esegue gli ultimi ritocchi sulla sua opera  durante il concorso internazionale a Furnari
Roberto Mattuzzi esegue gli ultimi ritocchi sulla sua opera durante il concorso internazionale a Furnari

La disperazione allarga le maglie delle sbarre dell’indifferenza è l’intuizione tradotta in un’opera in ferro battuto dal titolo «Il muro» che ha vinto il secondo premio al decimo concorso internazionale di arte fabbrile di Furnari vicino a Messina.

È una grande soddisfazione per Roberto Mattuzzi, 26 anni di Velo, che si è cimentato sul posto, realizzando l’opera a tema sul soggetto dei migranti. Si è fatto aiutare come battimazza, cioè nel gergo degli artigiani del ferro battuto chi aiuta il fabbro nella forgiatura battendo con la mazza, dall’amico Domenico Matarrese di Taranto, arrivato terzo e a cui ha ricambiato il favore dell’aiuto nella forgiatura.

Si trattava infatti di realizzare un’opera a soggetto nell’arco di tre ore, confrontandosi con una sessantina di concorrenti avendo a disposizione solo il materiale tagliato a misura che aveva precedentemente ordinato. Da casa si è portato tutto, perfino mazza da 2 chili e 200 grammi, martelli e pinze, tutti utensili che Roberto si è realizzato da solo, perché siano adatti al lavoro di scultura che si era proposto. «Sono andato per gioco e per imparare dagli altri nuove tecniche di lavorazione, non avrei mai immaginato di tornare con un premio», dice modestamente di se stesso.

Di formazione è geometra, ma ha finito gli studi nel momento peggiore, in cui la crisi dell’edilizia mordeva già forte e «non trovando lavoro mi sono messo a lavorare con le mani legno e ferro, una passione che mi ha accompagnato fin da bambino», racconta.

Ha seguito un corso ad aprile con Roberto Giordani, fabbro di fama internazionale di Mercato Saraceno vicino a Forlì e ha cominciato a fare cose un po’ più particolare dei tanti lavori necessari per lo stipendio mensile come ringhiere e cancellate.

L’amicizia con Domenico Matarrese gli ha permesso di conoscere l’associazione Fabbri d’arte, da cui gli è arrivata la proposta di partecipare al concorso di Furnari, dove la giuria formata da Giampaolo Chillè, storico e critico d’arte, Giacomo Farina, responsabile del museo d’arte contemporanea Horcynus Orca, Natalia La Rosa, giornalista, Carmelo Micieli, architetto e Pietro Castrovinci membro di Fabbri d’arte gli hanno riconosciuto il secondo premio, dietro il vincitore Davide Caprili di Savignano sul Rubicone.

«Avevo studiato il bozzetto a casa», racconta Roberto tenendo in mano la copia del lavoro che poi ha realizzato a Furnari, «e pensando all’immigrazione ho immaginato un muro che divide in senso fisico, culturale e religioso e a mani che hanno bisogno di scardinare queste maglie allargando il passaggio per un “oltre” di speranza».

La tecnica e il tema hanno convinto la giuria che ha trattenuto l’opera per l’esposizione permanente in paese. «È stata una sorpresa e una grande soddisfazione», riconosce Roberto di ritorno dalla Sicilia e oggi nella sua bottega laboratorio FerRoberto sulla circonvallazione di Velo, «soprattutto mi ha fatto piacere esserci e far vedere che ci sono ancora giovani artigiani che si dedicano con passione a qualcosa di diverso». E ora si appresta a partecipare ad altri concorsi.

Vittorio Zambaldo

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