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L’onore ai caduti
nella storia
di due monumenti

Il nuovo monumento
Il nuovo monumento
Il nuovo monumento
Il nuovo monumento

Quale è stato l’impegno della comunità di Sant’Anna d’Alfaedo per mantenere viva la memoria dei suoi caduti? Già a cavallo degli anni ’20 del secolo scorso nell’atrio comunale, la cui costruzione risale al 1910, venne murata una pietra in cui si ricordano i soldati caduti nella prima guerra mondiale, 1915-1918 - ben 55 - e i tre caduti in Libia perché, si legge, «Sappiano i posteri i sacrifici consumati per portare il vessillo d’Italia sull’Alpe e il Quarnero».

Relativamente più recenti sono gli altri due monumenti, per la cui realizzazione ci furono contrastanti prese di posizione.

Quello che si trovava davanti alla farmacia Rizzolo venne inaugurato mentre era presidente della sezione Ancr (Associazione nazionale combattenti e reduci) di Sant’Anna d’Alfaedo il dottor Tito Nicolis (1915-1988), cognato della medaglia d’oro della Resistenza Gian Attilio Dalla Bona (25 marzo 1918 - 23 febbraio 1945), al quale il Comune ha dedicato una piazza. Il monumento venne inaugurato con una solenne cerimonia domenica 7 novembre 1954, mentre in seguito ai lati vennero collocati due affusti di cannone.

La cessione da parte del Comune dell’immobile di cui era proprietario, con relativa area prospiciente, ha reso necessario lo spostamento dell’ «Ara gloriae», come recita la scritta che campeggia al centro del semicerchio sostenuto da quattro colonne in pietra locale.

Dopo diverse riunioni fra le parti interessate e lettere a L’Arena, la nuova area in cui collocarlo, venne individuata a fianco delle allora scuole elementari in piazza Dalla Bona. Senonché, all’ultimo momento, ci fu un colpo di scena. Anziché trasferirlo in piazza Dalla Bona, si decise di sistemare il monumento, affusti di cannone compresi, sul monte San Giovanni(a 1.055 metri sul livello del mare) vicino all’omonima antica chiesetta, dove già esisteva un cippo che ricorda i caduti del Comune.

Monumento inaugurato il 4 novembre 1974 con qualche critica. Ci fu chi, peraltro non del luogo, che scrisse una lettera all’Arena per denunciare la «stonatura per la bellezza del paesaggio; per la chiesetta romanica del tredicesimo secolo, e per il bellissimo bosco di conifere che si estende attorno per ampio raggio». «Particolarmente la scalinata» osservava l’estensore della lettera, «tutta pietre murate, risulta un obbrobrio nel pittoresco paesaggio».

Così in piazza Dalla Bona si costruì un nuovo monumento, l’attuale, dalle linee più sobrie e più in stile con la terra dei nostri avi.

Fu inaugurato con grande solennità, in una splendida giornata di sole, presenti autorità civili, religiose e militari e con la straordinaria partecipazione di una delegazione di combattenti belgi e francesi, domenica 3 novembre 1974.

Il presidente Nicolis ritenne fosse più opportuno riportare sul monumento una data che richiamasse le origini della Comunità montana piuttosto che quella dell’inaugurazione. Così, sulla sommità dello svettante monolite, venne incisa la scritta: «Comunità del Faedo MCCXLVI», che richiama la «Regula Faeti» risalente appunto all’anno 1246, con cui la Comunità del Faedo si era data uno statuto: Regula descritta in una pergamena il cui originale è conservato nell’Archivio di Stato di Verona. Ospitale, busta XII. n.705.

In occasione dell’inaugurazione del monumento, in cui sono riportati i nomi dei 56 caduti per la patria nella Grande guerra e i 51 nella seconda guerra mondiale del 1940-1945, il dottor Nicolis, nel consegnarlo simbolicamente al Comune, disse: «Questo monumento, dedicato ai nostri caduti, è stato voluto con una testardaggine commovente, sicché può dirsi che non sia fatto solo di pietre e cemento, ma anche col cuore di tutta la popolazione».

Lino Benedetti

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