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L’amore di Agnese
per la Lessinia
fin da bambina

Il libro di Agnese Girlanda
Il libro di Agnese Girlanda
Il libro di Agnese Girlanda
Il libro di Agnese Girlanda

«Angonare de suspiri», cioè gugliate di sospiri, ma pochi comprenderanno il termine, sia dialettale sia italiano, se mai hanno visto mamme o nonne cucire e rammendare. È il titolo di una poesia di Agnese Girlanda che è anche titolo del libro che raccoglie un centinaio di liriche dialettali, tutte accompagnate anche dalla versione in italiano (La Grafica Editrice, 112 pagine, 12 euro), e che sarà presentato questa sera al Centro di cultura ambientale di Selva di Progno, accanto al municipio. La serata sarà curata da Antonia Stringher e Monica Furlani, con lettura dei testi accompagnati dal coro Le voci del Carega, diretto dal maestro Cristian Bugnola, e un momento conviviale al termine. L’appuntamento è alle 20,30,

Agnese Girlanda, originaria di San Rocco di Piegara, fa parte del Cenacolo di poesia Berto Barbarani e ha scelto di raccontarsi usando la lingua materna. È del 2007 il premio nazionale Una poesia d'amore che le è stato attribuito per la composizione On fasolin, pubblicata poi in una raccolta che esprime la gioia del divenire nonna.

Angonare de suspiri è diario intimo, familiare, di ricordi ancora forti nonostante gli anni, di momenti difficili e felici, che il suono della lingua dell'infanzia rende ovattati e teneri.

«SONO VERSI scritti nella lingua degli affetti, pregni di espressività, che corrono sul filo della nostalgia e che hanno la forza di coinvolgere emotivamente tutti i sensi», scrive Stringher nel risvolto di copertina.

La fonte sono i racconti ascoltati da bambina dal nonno calzolaio e cantastorie che girava le contrade della Lessinia ad aggiustare scarpe: regalava la sua arte e riceveva in cambio un patrimonio di storie e di miti che sono diventati terreno fertile nella giovane fantasia della piccola Agnese, oggi «poetessa che sa fondere suggestioni e vivaci scorci percepiti nella natura con immagini incantate magiche, elegiache, dentro un esposto moderno, affabulante, incisivo che affascina il lettore, trasportandolo dentro la sfera della bellezza», scrive il poeta Pietro Sartori, tracciandone il profilo. «Sono versi scritti con passione e riconoscenza verso i suoi cari “da salvar nel granar del cor”», aggiunge la poetessa Lucia Beltrame Menini.

Per Vito Massalongo, presidente del Curatorium Cimbricum Veronense di cui Agnese Girlanda è socia, «la sua poesia evocativa e sofferta penetra negli anfratti più reconditi del cuore e innalza lo sguardo verso orizzonti limpidi, con una calore e una tenerezza che fanno commuovere».

SONO CINQUEle aree tematiche sotto cui l'autrice ha raccolto le sue liriche, partendo dai ricordi d'infanzia, a quelli di vita contadina, al ritratto di un eroe, ai temi della preghiera, del lavoro e del canti, fino al bosco dei racconti fantastici che richiamano i paesaggi e i luoghi dell'amata Lessinia.

Vittorio Zambaldo

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