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Il sindaco: «La comunità è incredula»

In casa Tommasi si intravede la moglie della vittima
In casa Tommasi si intravede la moglie della vittima
In casa Tommasi si intravede la moglie della vittima
In casa Tommasi si intravede la moglie della vittima

«C’erano i miei figli a mangiare oggi. Quando stavano per andare via, hanno visto la via bloccata dai carabinieri. E allora abbiamo capito che era successo qualcosa». I Tommasi erano silenziosi, riservati. Tanto che anche la morte violenta di Bruno stava per passare inosservata. I residenti di via Masutti, una strada chiusa dove le seconde case sono più di quelle abitate, li vedevano da anni, ma li conoscevano pochissimo.

Papà, mamma e figlio uscivano poco, mai a piedi, e parlavano ancora meno. Tre persone con gravi problemi di salute, aggrappate le une alle altre, giorno dopo giorno. Bruno aveva lavorato per anni alla Alberti Lamiere di Lugo di Grezzana prima di andare in pensione. Ultimamente era stato ricoverato per una ventina di giorni all’ospedale di Borgo Trento: patologie legate all’età avanzata, che peggioravano anche a causa di una lucidità che piano piano lo abbandonava.

Anche Corrado non lavorava ormai da tempo e riceveva una piccola pensione d’invalidità. Passavano le giornate insieme, con quei lunghi giri in macchina: in malga a comprare il burro, al mercato di Zevio, a Grezzana o ai Bellori. Per Bruno era l’unico svago. Insisteva per quelle piccole gite con l’auto del figlio, anche più volte al giorno. Finchè qualcosa, ieri, si è rotto: improbabile sia stata una questione di soldi. Non avevano problemi di quel genere e poi l’altro figlio, Luciano, che veniva a trovarli spesso, la sera o nei fine settimana, dava loro una mano. «L’avevamo visto stanco ultimamente», hanno detto del presunto omicida. Forse era semplicemente stanco di quella vita.

In paese in molti sapevano dei problemi di Corrado Tommasi, ma l’uomo, affidato alle cure del reparto di Psichiatria, non era seguito direttamente dai servizi sociali di Cerro. «Siamo molto scossi», commenta il sindaco Nadia Maschi, «è sconvolgente pensare che un figlio possa uccidere il padre. E quando lo realizzi, è ormai troppo tardi». «Pensi sempre che queste cose possano accadere da altre parti», continua, «invece è accaduto qui, vicino a noi». Il primo cittadino, in carica da pochi mesi, ha parlato con diversi compaesani: «La comunità è incredula», racconta.

L’ultimo omicidio a Cerro era avvenuto all’altro lato del paese, in via Stanislao Carcereri, dodici anni fa, quando era stato ucciso Elton Xhangolli, albanese di 27 anni ammazzato in casa sua con una decina di coltellate. Un’altra storia, un altro mondo: l’assassino non era mai stato trovato. RI.VER.

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