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Il Parco
si inceppa
nella posta
elettronica

Ciclisti nel Parco regionale della Lessinia
Ciclisti nel Parco regionale della Lessinia
Ciclisti nel Parco regionale della Lessinia
Ciclisti nel Parco regionale della Lessinia

Malandrina questa volta è stata la Pec, la posta elettronica certificata che nelle intenzione del legislatore dovrebbe essere la strada più sicura per passare le comunicazioni e che dallo scorso anno è stata resa obbligatoria nelle comunicazioni fra enti pubblici. Ma proprio la Pec ha tradito i sindaci della Lessinia, almeno quelli di Fumane (Mirco Frapporti) e Marano di Valpolicella (Giovanni Viviani) che non hanno ricevuto la lettera inviata tramite Pec dal Comune di Bosco Chiesanuova in cui il sindaco Claudio Melotti chiedeva la sottoscrizione all'emendamento al progetto di legge regionale 143 sulle aree protette e che tratta di «Disciplina e valorizzazione della rete ecologica regionale e delle aree naturali protette».

In realtà la Pec, spedita il 6 aprile era stata regolarmente ricevuta da entrambi i Comuni come (come dagli altri undici comuni veronesi e due vicentini che rientrano nel Parco), ma evidentemente non basta l'elettronica, se poi materialmente dal protocollo la lettera non arriva sui tavoli dei primi cittadini.

Comunque sia, il mistero è stato chiarito. La lettera è partita per tutti, in sei solo hanno risposto positivamente, mentre dagli altri otto non è arrivato alcun segnale. Almeno fino all’uscita dell’articolo sull’Arena in cui Melotti lamentava il disagio di dover presentare una proposta monca della maggioranza dei sindaci. Si trattava di sostenere l’emendamento che chiede in particolare che il presidente del Parco sia eletto non dal presidente della giunta regionale ma dalla Comunità del Parco fra i cinque componenti del Consiglio direttivo. Questo a sua volta dovrebbe essere espressione della Comunità e non eletto dal presidente della giunta regionale, come prevede invece il progetto di legge.

La Comunità del Parco dovrebbe prevedere al suo interno, secondo l’emendamento dei sindaci, anche un rappresentante dei proprietari dei fondi compresi nelle aree del Parco e designato da almeno dieci altri rappresentanti dei proprietari terrieri. Infine sul finanziamento i sindaci firmatari chiedevano che prima di far ricorso a eventuali risorse erogate da altri enti pubblici e soggetti privati, fossero le risorse finanziarie erogate dalla Regione a contribuire alle disponibilità di bilancio per le aree naturali protette.

Idee che Frapporti e Viviani avrebbero sottoscritto volentieri se avessero ricevuto la proposta. Ora si è chiarito che eta stata spedita ma non era finita sui loro tavoli.

Quindi entrambi tornano sul tema per dire di essere pronti a firmare l’emendamento: «Chiediamo di convocare al più presto i quindici sindaci del Parco per discutere di futuro assetto per il governo dell’ente e anche del Piano ambientale, per il quale da anni è stata avviata una discussione e i tempi sono maturi perché si chiuda con una posizione unitaria», conclude Frapporti. Melotti ha colto l’occasione per ricordare l’operato corretto da parte sua e ha invitato Frapporti a farsi carico di rispondere e integrare l’emendamento con le firme dei sindaci mancanti, disponibile a inviare nuovamente l’emendamento in Regione perché se ne tenga contro in fase di approvazione del progetto di legge. V.Z.

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