<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Il Parco della Lessinia trattato come una merce di scambio»

Un’antica strada in LessiniaCaccia ai cinghiali. Potrà essere praticata in alcune zone
Un’antica strada in LessiniaCaccia ai cinghiali. Potrà essere praticata in alcune zone
Un’antica strada in LessiniaCaccia ai cinghiali. Potrà essere praticata in alcune zone
Un’antica strada in LessiniaCaccia ai cinghiali. Potrà essere praticata in alcune zone

Un regalo alle associazioni venatorie e una pessima pagina della politica regionale che ha utilizzato il Parco della Lessinia come merce di scambio è il drastico giudizio che Legambiente dà alla delibera della giunta regionale di fine anno che definisce i nuovi confini dell’area protetta per la Lessinia e i Colli Euganei, rinviando al Consiglio la definitiva approvazione. Il provvedimento regionale ha riconosciuto come zone pre-parco sostanzialmente i tre grandi vaj (dei Falconi, dell’Anguilla e di Squaranto), all’interno del vecchio confine del Parco, evitando così di ampliare all’esterno con altre zone di vincolo, dato che la legge nazionale ha previsto le aree contigue o di pre-parco proprio per tutelare maggiormente quelle dentro i confini. «Lo aveva promesso esattamente un anno fa, quando chiese di inserire la richiesta di revisione dei confini del Parco della Lessinia. Un anno dopo, mentre si approva la finanziaria, il consigliere Stefano Valdegamberi annuncia una delibera della Giunta regionale che accoglie la sua richiesta di ridurre il perimetro del Parco inserendo al suo interno tre “aree contigue” dove sarà permessa la caccia. Con la scusa di una presenza eccessiva di cinghiali, e senza fare una politica seria di contenimento di questa specie invasiva, che non fosse dare libero sfogo al fucile, la Regione Veneto decide di intraprendere la strada di smantellare il Parco, riducendo la sua capacità di tutelare la natura e innescando un percorso vizioso che non risolverà il problema dei cinghiali ma servirà solo a depotenziare le possibilità di un’area protetta messa in discussione dalla lobby venatoria e dai suoi rappresentanti nelle istituzioni», commenta Legambiente in un comunicato, definendo l’azione di Valdegamberi «un inaccettabile ricatto con cui, a fronte del taglio del Parco, esprime voto favorevole alla finanziaria regionale». Secondo l’associazione ambientalista, i due Comuni maggiormente interessati dalla modifica (Erbezzo e Bosco Chiesanuova), nelle proposte avanzate per la nuova perimetrazione non avrebbero tenuto conto «dei vigenti vincoli di carattere naturalistico, ambientale, paesaggistico derivanti da provvedimenti normativi, amministrativi o di piano, nel rispetto dei caratteri morfologici e dell’integrità e permanenza degli elementi distintivi del territorio, evitando modificazioni indifferenti alle specificità» e non avrebbero fornito alcuna “adeguata motivazione”, come richiesto dagli uffici regionali preposti, se non «fare un regalo alle associazioni venatorie». «Denunciamo questa bassa pratica di scambio e confidiamo nell’esame attento del provvedimento da parte del Consiglio regionale», è la conclusione di Legambiente, «riservandoci di agire con tutti i mezzi legali per cancellare questa pessima pagina scritta dalla Regione Veneto. Non ci vuol molto a pensare male. Io do una cosa a te, tu dai una cosa a me. Voto favorevole alla finanziaria in cambio del taglio del Parco. Pessima figura per entrambi. Valdegamberi nella veste di intrallazzatore, la Giunta cieca di fronte ai suoi stessi documenti». • V.Z.

Suggerimenti