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Il fuoco e la selce
La Lessinia torna
alla preistoria

Un laboratorio condotto dall’archeologo Alberto Castagna
Un laboratorio condotto dall’archeologo Alberto Castagna
Un laboratorio condotto dall’archeologo Alberto Castagna
Un laboratorio condotto dall’archeologo Alberto Castagna

Il piazzale antistante il Museo geopaleontologico di Camposilvano si trasformerà domani in un villaggio della prima età dell’uomo, perché vi si svolgerà «La Giornata dell’uomo antico della Lessinia». È curata dall’Associazione Museo dei fossili della Lessinia, che è stata fondata dal patriarca Attilio Benetti e oggi è presieduta da Francesco Sauro, il quale, per le sue imprese esplorativa e ricerche paleontologiche, è stato premiato con il prestigioso premio internazionale Rolex Awards for Enterprise 2014, e lo scorso mese ha meritato la copertina di Times dedicata ai dieci giovani leader mondiali di nuova generazione.

Come lui cominciò a interessarsi da piccolo di speleologia e paleontologia, frequentando Attilio Benetti, così i volontari dell’associazione aprono le porte del museo a tutti i curiosi a partire dai sei anni e agli adulti interessati per una giornata all’insegna dell’esperienza e della conoscenza della vita dell’uomo antico in Lessinia, in ricordo dell’attività culturale e di promozione avviata dallo stesso Benetti.

Coordinati da Alberto Castagna, archeologo sperimentale, saranno attivi dalle 10.30 alle 18 un laboratorio di disegno e pittura, per imparare l’uso del colore per riprodurre animali e oggetti della preistoria: usando pennellini si potrà dipingere su frammenti di pelle; un laboratorio di argilla, per manipolare e costruire vasetti e figurine; di pelle, per la preparazione di monili (piccoli bracciali) decorativi e piccoli contenitori in pelle. Ci saranno anche laboratori per imparare a scheggiare la selce e realizzare strumenti utili alla vita quotidiana come coltelli, punte di freccia, raschiatoi. Per chi ama la caccia e la vita all’aperto, ci saranno prove di tiro con l’arco, l’arma dei cacciatori preistorici e di lancio con il propulsore per vari tipi di lance, laboratorio per la preparazione e accensione del fuoco, esperienza e preparazione di oggetti metallici. La partecipazione ai laboratori prevede un biglietto di 5 euro, valido per tutta la giornata, e che dà anche diritto alla visita al Museo e al Covolo.

«L’ASSOCIAZIONE Museo dei fossili della Lessinia, dopo anni che seguiva l’allestimento di mostre all’interno della struttura, si è presa l’impegno della sua gestione completa, al momento come apertura straordinaria, in vista di una convenzione per un contratto definitivo da sottoscrivere con il Parco della Lessinia che ne ha la proprietà», precisa il presidente Sauro, «perché sarebbe stato grave non poter aprire il museo ai visitatori per mancanza di un gestore».

Fra la trentina di soci ci sono appassionati di paleontologia e preistoria, ma anche ricercatori universitari di Padova, e Bologna, intenzionati a sviluppare nei prossimi due anni un progetto che porti studenti a seguire tesi di laurea su reperti qui conservati, alcuni dei quali non sono ancora mai stati esposti.

Sauro cita l’impronta di dinosauro Kayentapus che è stata prelevata dal sito della Bella Lasta nell’alta Valle di Revolto e che sarà collocata nel Museo assieme a quella già presente dal 2010. Insieme costituiranno una superficie unica che darà l’idea dell’ampiezza del passo del dinosauro Kayentapus a cui gli studiosi le hanno attribuite: un teropode (significa zampe di bestia con dita artigliate), bipede e carnivoro, dello stresso gruppo dei dinosauri più conosciuti, inclusi il Tyrannosaurus rex e il Velociraptor, resi noti dal film Jurassic Park.

Tra gli obiettivi dell’associazione c’è anche quella di avviare una maggior visibilità del museo, collaborando con la realtà locale, gli albergatori e i ristoratori, organizzando incontri e conferenze sui temi che erano cari a Benetti.

«All’assegnazione della gestione all’associazione si è arrivati alla conclusione del precedente contratto e dopo che per due volte le procedure di gara pubblica erano andate deserte», precisa Diego Lonardoni, direttore del Parco naturale regionale della Lessinia. «Sono stato autorizzato dalla Regione a concludere una trattativa privata con l’associazione che ha sede proprio nel Museo, ma non si sarebbe potuto arrivare a questo se prima non fossero state espletate tutte le procedure correte previste dalla legge con il bando pubblico. Sono felice che il testimone sia stato raccolto da un gruppo che conserva la memoria e lo spirito del fondatore del Museo», conclude Lonardoni.

Vittorio Zambaldo

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