<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il Forno Bonomi
porta la dolcezza
in Corea del Sud

In Corea del Sud a insegnare i segreti del tiramisù lo chef Fabio Tacchella con Leonardo Johnson Scandola
In Corea del Sud a insegnare i segreti del tiramisù lo chef Fabio Tacchella con Leonardo Johnson Scandola
In Corea del Sud a insegnare i segreti del tiramisù lo chef Fabio Tacchella con Leonardo Johnson Scandola
In Corea del Sud a insegnare i segreti del tiramisù lo chef Fabio Tacchella con Leonardo Johnson Scandola

La dolcezza e la fragranza del Forno Bonomi è arrivata in Corea del Sud, prima tappa di un viaggio per il mondo in compagnia della Federazione italiana cuochi. Il primo approccio è stato esaltante perché oltre alle bontà della lievitazione dei prodotti Bonomi, fornai di cose buone dal 1850, in Corea c’era un maestro di fama mondiale come Fabio Tacchella, conosciuto e apprezzato anche fra i cuochi d’Oriente.

«L’idea del tour è nata dal momento della certificazione della Federazione italiana cuochi che ha concesso il suo marchio ai nostri prodotti fin dallo scorso dicembre», racconta Leonardo Johnson Scandola, responsabile del mercato asiatico di Forno Bonomi, che ha accompagnato Tacchella in Corea del Sud. «Siamo leader mondiali nella produzione di Savoiardi, ben 80 tonnellate al giorno sui 100 quintali complessivi di produzione giornaliera, e li esportiamo in ben 85 paesi, ma a breve toccheremo quota novanta. Ci siamo resi conto che i Savoiardi sono spesso usati all’estero come biscotto e che il tiramisù, pur molto conosciuto, viene realizzato con altri biscotti secchi. Da qui, coadiuvati da partner locali e dal nostro importatore che rifornisce una catena importante di ristoranti italiani ma anche locali, abbiamo deciso di far conoscere la cultura italiana della cucina ma anche i segreti che solo uno chef come Tacchella può aiutare a scoprire».

In effetti cuochi coreani, anche molto qualificati, avevano sempre utilizzato il Pan di Spagna per il tiramisù, perché d’altra parte era quella la materia prima di cui potevano disporre e i Savoiardi non erano ancora disponili sul loro mercato.

«Vedere Tacchella all’opera e guardare i loro occhi sgranati a osservare le sequenze precise per inzuppare il savoiardo e guarnirlo con mascarpone, ma anche la semplicità di realizzazione è stato impagabile», racconta Johnson Scandola.

Un successo che è diventato subito passaparola fra cuochi, responsabili degli acquisti di ristoranti e hotel, manager di grandi catene della ristorazione per diffondere il segreto del dolce italiano più famoso all'estero.

«IL NOSTRO COMPITO è proprio quello di portare nel mondo l’italianità della ricetta, superando soluzioni di comodo con l’eccellenza di un prodotto riconosciuto e richiesto in tutto il mondo», aggiunge il responsabile del mercato asiatico, «ma anche di far conoscere altri prodotti come la Millefoglie, base per realizzare dei dolci buoni e rapidi o i biscotti Amaretti che tendenzialmente non incontrano immediatamente il gusto delle popolazioni che non lo conoscono, ma che hanno avuto un grande successo quando Tacchella ha mostrato come utilizzarlo sbriciolato in un croccante di mandorle o sulla panna cotta».

Il prossimo tour è programmato in Russia e Silvia Bonomi, figlia di Renato, entrata con altri cugini in azienda, precisa la strategia: «Per noi è un modo nuovo di mostrare i nostri prodotti, diverso dalle fiere tradizionali riservate ai compratori e distributori. Mostrando concretamente l’utilizzo dei nostri prodotti consolidiamo il rapporto di fiducia con i clienti che già abbiamo e ne attiriamo di nuovi, concretizzando la nostra immagine di produttore italiano d’eccellenza».

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti