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Il conflitto tra uomo e cinghiale Al via il corso di alta formazione

Un percorso per eliminare il conflitto tra l’uomo e i lupi
Un percorso per eliminare il conflitto tra l’uomo e i lupi
Un percorso per eliminare il conflitto tra l’uomo e i lupi
Un percorso per eliminare il conflitto tra l’uomo e i lupi

Due specie, il lupo e il cinghiale. E il laboratorio veronese. Il connubio si sta rivelando indispensabile per determinare l’impatto di questi animali sulle coltivazioni, in conflitto perenne a causa anche delle difficoltà di applicare misure condivise. Nasce da qui l’esigenza di un corso di alta formazione sulla biologia lupo e cinghiale, per la conoscenza dei parametri biologici utili alla risoluzione dei conflitti. Saranno dedicate quattro giornate, in due fine settimana di marzo (22-23 e 29-30) sono dedicate a lezioni in aula al Museo civico di Storia naturale di Verona e a uscite sul campo in Lessinia e sul Baldo. Intervengono relatori che sono esponenti di primo piano della biologia dei selvatici: Luigi Boitani, docente di biologia della conservazione alla Sapienza, Ettore Randi fondatore e direttore del laboratorio di genetica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Renato Semenzato e Paola Peresin, biologi, fondatori e docenti coordinatori del mater in gestione della fauna dell’università di Ca’ Foscari. Il corso è promosso dal Museo civico e da Legambietne, con il patrocinio degli Ordini degli agronomi e forestali, dei medici veterinari e dell’associazione Giovanni Vincenzi e dà diritto a crediti formativi. «Abbiamo pensato al corso perché l’informazione che passa su questi temi è sempre parziale e ci proponiamo di redigere un documento con numeri e dati inoppugnabili che diano il senso della situazione attuale di lupo e cinghiale. Per questo motivo, ci aspettiamo la presenza di studenti universitari e diplomati ma anche di allevatori e di cittadini», esordisce Lorenzo Albi, di Legambiente. Nicola Benini veterinario dell’Ulss 9 e consigliere dell’associazione Vincenzi ha parlato a nome del presidente Gastone Passarini ricordando «le tematiche relative alla evoluzione della fauna selvatica hanno determinato una diversa impostazione di attività agricole e zootecniche. Come veterinari siamo coinvolti nelle attività di sopralluogo per le predazioni e di prevenzione: ben venga ogni occasione di approfondimento e studio», ha concluso. «C’è enorme confusione sulla definizione base di alcuni concetti», ha ribadito Paola Peresin, «e il corso si propone di far capire la complessità, punta a fornire le conoscenze utili alla riduzione delle predazioni e dei conflitti nel caso del lupo e del contenimento demografico per il cinghiale». Un tema quest’ultimo che Raffaello Boni, presidente del Circolo «Il Tasso» di Legambiente di Caprino ha messo in evidenza per la sua drammaticità sul Baldo, «dove siti di interesse comunitaria importantissimi per lo sviluppo di rare orchidee selvatiche stanno scomparendo per la presenza dei cinghiali che cambiano la stessa conformazione del territorio. Bisogna prendere delle decisioni urgenti, non possiamo perdere un altro anno a parlare». •

V.Z.

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