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I primi 50 anni del Bellavista
Ristoratori per tre generazioni

La famiglia Alberti alla festa per i 50 anni del Bellavista FOTO AMATO
La famiglia Alberti alla festa per i 50 anni del Bellavista FOTO AMATO
La famiglia Alberti alla festa per i 50 anni del Bellavista FOTO AMATO
La famiglia Alberti alla festa per i 50 anni del Bellavista FOTO AMATO

Il ristorante Bellavista ha compiuto 50 anni e le famiglie Alberti, che lo hanno fondato e lo conducono ancora, hanno voluto celebrare l’evento invitando alla festa di compleanno i 184 collaboratori, inservienti, cameriere, aiutanti di cucina passati in questo mezzo secolo di attività.

C’erano più di 400 persone, perciò, sul piazzale del Bellavista, lungo la via Cara che sale verso San Mauro di Saline, a complimentarsi con i titolari.

Tutto era partito da un bar trattoria, «La Frosca», nella frazione Tavernole, antico comune Cimbro, dove i coniugi Attilio Alberti e Maria Florio avevano avviato l’attività di ristorazione che gestivano con le figlie femmine, mentre Rino lavorava in una distilleria ad Illasi.

«Se costruiamo un bar in località Bellavista, lasceresti il lavoro per gestirlo tu?», fu la domanda impegnativa che i genitori rivolsero a Rino nel 1965 e la sua risposta positiva diede il via alla costruzione del primo nucleo dell’attuale ristorante, inaugurato l’anno successivo e che Rino cominciò a gestire in prima persona da subito e successivamente, dal 1970, assieme alla moglie Luciana Dal Ben. Quello fu anche l’anno del loro matrimonio e della costruzione della sala ristorante. Due anni dopo nacque il primogenito Leonardo che, dal 1995, è diventato l’attuale gestore del Bellavista.

Nel frattempo il complesso era stato ammodernato e ampliato con un residence di una decina di mini appartamenti, è stato ristrutturato, dotato di nuova cucina e, dopo la presa in carico di Leonardo, della nuova sala ristorante, e di un ingresso ristrutturato. Nel 2003 fu realizzato anche un campo da calcio a 5, perché il ristorante era diventato anche punto di riferimento, in Lessinia, per l’Hellas Verona Fans Club. Dal suo piazzale sono partiti per vent’anni, dal 1988 al 2008, decine di pullman destinati alle trasferte della squadra del cuore e nella sua sala ristorante hanno trovato conforto e vigore per nuove imprese anche personaggi e giocatori illustri della società.

Oggi in cucina ci sono ancora Leonardo con la mamma Luciana, ma al ristorante dà una mano anche l’altra figlia, Mariangela, che ha un suo atelier di parrucchiera nello stesso stabile e le famiglie si sono allargate con l’arrivo di Daniela, moglie di Leonardo, e di Rudy, marito di Mariangela, e sono cresciute con l’arrivo dei rispettivi figli Patrick e William e Pietro e Sara che garantiscono continuità all’attività, oltre l’attuale terza generazione di gestori.

Sono stati proprio i nipoti, perciò, a recitare una poesia e a premiare i nonni Rino e Luciana sul palco allestito sul piazzale del Bellavista, per il traguardo dei 50 anni.

La festa è stata impreziosita dalla fisarmonica di Ulisse e dalla voce di Giulia, in una serata presentata dall’amico Gigi Vesentini, a cui hanno partecipato per la parte di spettacolo il cabarettista Leonardo Frattini, il coro El Moreto della Val d’Alpone, diretto da Luigino Cengia, con canti degli alpini e di montagna, i balletti delle giovanissime della scuola di danza Mod di Valentina Pomari e le ragazze miss portate da Marino Marangoni, creatore d’immagine, con Angela Booloni, responsabile di Miss Lessinia e conduttrice della trasmissione «Quelli della domenica sera»; Silvia Lavarini di «Diretta Gialloblù» e vincitrice del Tour di Telearena; Giada Perlati, Miss Lessinia in carica e valletta di «Obiettivo dilettanti».

«È una festa per tutti coloro che hanno contribuito a rendere il Bellavista quello che è oggi», ha ricordato Leonardo Alberti, «un luogo aperto per scommessa cinquant’anni fa, quando qui c’era solo quel vecchio albero», ha detto indicando una pianta rimasta nel prato accanto al piazzale, «e non c’era ancora la strada asfaltata per arrivarci», ha concluso ringraziando tutti i collaboratori.

Vittorio Zambaldo

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