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I presepi dei maestri di legno e ferro battuto

Luigi Venturini, capogruppo degli alpini, davanti a uno dei presepi di «Santo Natale a Badia»
Luigi Venturini, capogruppo degli alpini, davanti a uno dei presepi di «Santo Natale a Badia»
Luigi Venturini, capogruppo degli alpini, davanti a uno dei presepi di «Santo Natale a Badia»
Luigi Venturini, capogruppo degli alpini, davanti a uno dei presepi di «Santo Natale a Badia»

In tredici edizioni finora realizzate di «Santo Natale in Badia», non sono mai mancate le novità e anche quest’anno il gruppo alpini di Badia Calavena non rinuncia a sorprendere con l’ormai tradizionale rassegni dei presepi organizzata in collaborazione con il Comune, la Provincia, il Consorzio Bim Adige e il sostegno delle aziende paesane Th. Kohl e Penta. Nell’oratorio dell’antica Abbazia, preceduto dal chiostro con loggiato rinascimentale, luogo carico di storia e di bellezza, aprirà domani alle 11.30, al termine della messa prefestiva, la rassegna dei presepi e la visita, a ingresso libero sarà garantita poi per tutte le domeniche e i giorni festivi fino al 13 gennaio, con ingresso sempre dalle 14.30 alle 18.30 (telefono per informazioni: 349.1358797). Saranno in esposizione 60 presepi, fra i quali 10 diorami e l’insieme della rassegna metterà in mostra la fantasia di tanti autori nell’utilizzo degli oggetti più insoliti e dei materiali più strani per ricostruire la scena della Natività secondo il racconto evangelico. Per dimensioni il primato spetta quest’anno al grande diorama di Alberto Cona, di tre metri di larghezza e due di profondità, che ricostruisce fedelmente l’architettura di una villaggio palestinese dell’epoca di Gesù. Le opere esposte provengono dalle collezioni di maestri conosciuti del legno e del ferro battuto come Raffaele Zanini, Antenore Dal Degan e Gino Bonamini, e da sconosciuti appassionati dei quali sarà apprezzata dai visitatori la cura e la fantasia. Si tratta di opere semplici e insolite, come un presepe fatto da Vitaliano Burato ritagliando delle foglie di Lauro ceraso per sagomare i personaggi della Natività, o una camera in miniatura ammobiliata secondo lo stile degli Anna Cinquanta del secolo scorso, ricostruita da Antonio Finetto di Badia. Alberto Legnaghi. di Mezzane di Sotto, si è misurato con il metallo, sagomando coperchio di fusti o addirittura i cerchi in ghisa della piastra di una stufa. «Attraverso questa iniziativa», spiega Luigi Venturini, capogruppo degli alpini di Badia Calavena e anima della rassegna, «offriamo a tanti veronesi e delle province limitrofe, di esporre le proprie opere e nello stesso tempo riportiamo all'attenzione della comunità una tradizione capace di risvegliare ed esaltare il valore della famiglia, affidandone l'interpretazione a talentuosi artisti, a fantasiosi artigiani, agli appassionati allievi degli istituti comprensivi che partecipano con i loro lavori». •

V.Z.

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