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A Corbiolo

I lupi sbranano
manza a 20 metri
dalle abitazioni

A Corbiolo
La manza uccisa dai lupi a Corbiolo a una ventina di metri dalle case
La manza uccisa dai lupi a Corbiolo a una ventina di metri dalle case
La manza uccisa dai lupi a Corbiolo a una ventina di metri dalle case
La manza uccisa dai lupi a Corbiolo a una ventina di metri dalle case

Due predazioni da lupo a distanza di pochi giorni ed entrambe troppo vicine alle abitazioni: ha paura la gente di Corbiolo per quello che è successo a 20 metri dalla Piccola Fraternità Lessinia, associazione che ospita disabili e persone in difficoltà e che la scorsa estate ha festeggiato i suoi primi trent’anni di attività.

E per quello che si è visto venerdì mattina in località Costa, sotto la chiesa parrocchiale della frazione, a cento metri dal parco giochi. Nel primo caso i lupi hanno ucciso l’asina Camilla della famiglia Perozeni che aveva da poco partorito due asinelli, fortunatamente salvi; nell’altro vittima è stata una manza dell’azienda agricola di Michele Zanini.

«L’impressione è che ormai il branco viva in paese», denuncia il sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti, «perché le predazioni di Vinchi, Costa e Corbiolo sono tutte nel raggio di poche centinaia di metri in linea d’aria. Cacciatori mi hanno confermato la presenza di 4-6 lupi stabili nel Vajo di Squaranto e da lì è un attimo uscire con il buio, attraversare la provinciale ed entrare nell’abitato di Corbiolo». Il primo cittadino va dritto nel cuore del problema: «È inutile girarci attorno con tante parole: sono qui e creano un disagio enorme. Mi arrivano telefonate ansiose di persone spaventate che mi chiedono di fare qualcosa: in paese residenti e ospiti sono sempre andati e venuti liberamente. La Piccola fraternità ospita persone che escono e girano tranquillamente per il paese, ma non sarebbero in grado di rendersi conto della pericolosità e tantomeno difendersi. Ci dicono che i lupi non sono pericolosi per le persone, ma il senso di paura e ansia aumenta. I genitori accompagnano i figli alle fermate degli autobus e al sindaco si chiede di intervenire», fa sapere Melotti. Ha già chiesto ai colleghi primi cittadini della Lessinia alta di incontrarsi per proporre insieme una soluzione, «che vista l’impossibilità di abbattere i predatori, possa almeno contemplare quella di catturarli e spostarli, che era poi la nostra idea originaria, perché quanto è venuto in seguito, recinti e quant’altro, ha dimostrato di essere inefficace». Non ne riasparmia a nessuno il sindaco Claudio Melotti: «Per Bosco Chiesanuova la misura è colma, vediamo ora se possiamo almeno cominciare a pensare a un progetto di spostamento, perché non è più possibile accettare questa rassegnazione e questo clima di sventura ineluttabile», aggiunge Melotti che non vuol sentire parlare di rinchiudere gli animali d’affezione almeno alla sera: «Abbiamo già recintato troppo e comunque è questo il metodo di lavoro ultracentenario: perché dovremmo cambiare noi e non piuttosto i lupi starsene fuori dai nostri paesi e dai nostri pascoli?».

La proposta di un piano strategico per la Lessinia che ha dimostrato di essere territorio unico per le sue specificità di concentrazione zootecnica e residenziale non lo convince: «Se lo facciano loro il piano, visto che hanno ricevuto sei milioni di euro per questo», sbotta Melotti citando i costi del progetto europeo Life WolfAlps, «la nostra proposta è chiara: non vogliamo il lupo sul nostro territorio», conclude.

Vittorio Zambaldo

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