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«I lupi pericolosi
per i cani,
non per l’uomo»

Un lupo fotografato  giorni fa al confine con il Vicentino da un fotografo naturalista: Denis Aldegheri
Un lupo fotografato giorni fa al confine con il Vicentino da un fotografo naturalista: Denis Aldegheri
Un lupo fotografato  giorni fa al confine con il Vicentino da un fotografo naturalista: Denis Aldegheri
Un lupo fotografato giorni fa al confine con il Vicentino da un fotografo naturalista: Denis Aldegheri

La bella stagione è alle porte e cresce la voglia di frequentare spazi aperti e respirare aria nuova, portando magari con sé i propri amici a quattro zampe. La presenza di un branco di lupi in Lessinia da cinque anni non ha finora portato ad alcun incontro ravvicinato tra i predatori ed escursionisti e animali domestici al loro seguito, ma potrebbe capitare, soprattutto se i cani da compagnia venissero lasciati liberi di scorrazzare e non tenuti al guinzaglio. L’episodio successo lo scorso 10 gennaio a Giaveno, cittadina capoluogo della Val Sangone, a una trentina di chilometri da Torino, di un cane bassotto femmina aggredito da quattro lupi e che ha visto coinvolto anche il suo padrone, intervenuto a difenderla, dà lo spunto al progetto Life WolfAlps per fornire alcune indicazioni pratiche di comportamento.

Paolo Ferlanda era a passeggio in località Borgata Tora, quando ha sentito il cane guaire per l’attacco di due lupi, probabilmente giovani. Scagliatosi contro gli aggressori con un bastone, aveva ottenuto che lasciassero la loro preda, mentre il cagnolino si rifugiava fra le sue gambe. È stato allora che un altro esemplare di lupo, probabilmente adulto, ha afferrato il pantalone dell’uomo strappandolo, ma senza ferire la persona che se ne liberava con urla e calci. Il cane è stato medicato per lesioni superficiali alla schiena, mentre il padrone, oltre al grande spavento, ha avuto solo i pantaloni strappati.

FEDERCACCIA, a cui l’uomo si è rivolto, ha fatto esaminare per proprio conto le tracce biologiche ricavate dal pelo del bassotto e dal bastone del suo padrone. Il laboratorio di genetica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha eseguito le analisi certificando che il Dna nei campioni consegnati era compatibile con due profili genetici di lupo maschio appartenenti alla popolazione italica e strettamente imparentati fra di loro.

I risultati genetici sono stati consegnati al progetto Life WolfAlps affinché sia eseguito un confronto con quelli campionati nell’ambito del monitoraggio ufficiale alpino di lupo, per comprendere la provenienza degli esemplari coinvolti nell’aggressione, l’eventuale branco di appartenenza e di monitorare in modo più serrato gli animali che dovessero dimostrarsi troppo confidenti o aggressivi.

In un comunicato Life WolfAlps definisce l’episodio di Giaveno «eccezionale nel suo genere», ma approfitta dell’ accaduto per fornire alcuni indicazioni utili a quanti vivono in territori frequentati dal lupo.

Si rileva che sono note le predazioni di lupi sui cani domestici, poiché «rientrano nelle dinamiche di competizione intra-specifiche, ovvero di conflitti tra individui della stessa specie, quali sono cani e lupi. Questi episodi possono avvenire sia nel caso di cani che si addentrino nel territorio di un branco di lupi, sia nel caso di lupi abituati a sfruttare risorse alimentari non custodite o scarti, per esempio carcasse di capi di allevamento non smaltite correttamente».

Gli esperti di Life WolfAlps invitano a non alimentare né lasciare mai cibo a disposizione dei selvatici, che potrebbero abituarsi a frequentare gli insediamenti umani per sfamarsi. Raccomandano altresì di tenere il proprio cane al guinzaglio e non libero di vagare, né alla catena, pratica vietata per legge.

«Sono entrambi contesti che possono creare situazioni potenzialmente problematiche nei confronti dell’ uomo, come la difesa della preda o dei propri simili, che non si svilupperebbero in contesti naturali. In ogni caso ricordiamo che il lupo, nonostante sia dotato di mezzi che gli consentono di abbattere prede delle dimensioni di un cervo, non è un animale pericoloso per l’uomo. Infatti, sebbene siano state riportate alcune rare aggressioni nel nostro contesto sociale, gli attacchi hanno avuto sempre conseguenze nulle o lievi alle persone».

«Il caso merita comunque un’approfondita valutazione dell’accaduto da parte delle istituzioni competenti, soprattutto per comprenderne le dinamiche», si rileva da parte degli esperti di Life WolfAlps, «e sono casi come questo che sottolineano una volta di più l’importanza di una denuncia immediata agli organi competenti sul territorio (carabinieri-forestali, guardiaparco, Ulss), che sono preposti all’accertamento dei fatti e alle successive indagini, per un monitoraggio scientifico sul luogo dell’accaduto e il prelievo ufficiale di campioni, che sono la base per poter indagare e intervenire a partire da dati accertati».

Vittorio Zambaldo

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