<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

I lupi colpiscono più spesso
E si allarga l’area di caccia

Un esemplare di lupo; il branco della Lessinia potrebbe non essere l’unico presente
Un esemplare di lupo; il branco della Lessinia potrebbe non essere l’unico presente
Un esemplare di lupo; il branco della Lessinia potrebbe non essere l’unico presente
Un esemplare di lupo; il branco della Lessinia potrebbe non essere l’unico presente

Passeggiata con la sorpresa di un vitello sbranato dai lupi e paura per la famigliola della Bassa Veronese con appartamento a Malga San Giorgio. È accaduto la scorsa domenica nei pressi del Passo Malera a circa una ventina di minuti a piedi dal parcheggio degli impianti sciistici di Malga San Giorgio.

La famiglia ha un appartamento nella località, «che usiamo spesso sia d’estate sia d’inverno e siamo lassù ogni fine settimana», spiega il papà che con la moglie e le due figlie piccole di tre e sei anni cerca in questi giorni di calura il fresco dei boschi e dei pascoli dell’altopiano. Erano circa le 9.30 di domenica mattina quando la famiglia, su un itinerario che aveva percorso anche il giorno prima senza problemi, si è imbattuta nella carcassa di una manza completamente consumata dai lupi nella parte posteriore. «Le bambine si sono molto impressionate», riferisce il padre, «in particolare la più grande, che ha cominciato a far domande e ora non vuol sentir parlare di tornare in montagna per paura dei lupi. Abbiamo cercato di tranquillizzarla dicendole che sono stati tutti catturati e portati via, ma certo è una bugia pietosa che serve solo a convincerla a venire con noi a San Giorgio e a uscire dall’appartamento», aggiunge.

«L’episodio ci ha fatto comunque riflettere sulla nostra sicurezza», aggiunge il genitore, «vorrei precisare che nessuno ha nulla da dire sul fatto che ci siano i lupi, se questo è il loro habitat, ma visto che si è voluto farli accoppiare e farli crescere di numero, adesso è giusto pensare non solo ai lupi ma anche alla sicurezza delle persone. Chiediamo che si metta almeno un cartello di avviso e pericolo per le persone, invece di continuare a tacere e nascondere queste predazioni». «Durante l’estate è facile per i lupi trovare cibo tra le povere manze che sono al pascolo, ma durante l’ inverno quando saranno affamati che cosa potrà succedere?», si chiede.

Finora in inverno è successo solo un aumento di predazioni sui selvatici e su qualche animale domestico anche vicino alle abitazioni, ma fuori dalla stalla. Preoccupano invece i dati dell’estate, anche se il bilancio si farà a fine anno: le predazioni del 2016 sono infatti in aumento nelle ultime settimane. Il trend si era mantenuto stabile rispetto ai dati del 2015, attorno ai 10 capi da inizio gennaio fino ai primi 10 giorni di luglio, ma ad oggi il totale è di 23 capi uccisi dai lupi contro 13 del corrispondente periodo dell’anno scorso. I mesi più rischiosi per gli animali al pascolo sono da metà agosto a metà ottobre, con la piena attività dell’alpeggio e l’inizio del rientro delle mandrie dopo i primi freddi. Quest’anno c’è un anticipo degli assalti che è difficile da spiegare, come difficile resta anche capire perché, pur essendoci capi in alpeggio, ci siano state predazioni a quote più basse (contrade di Velo e Roverè), dove di solito avvenivano a fine alpeggio o in inverno.

C’è stata anche una predazione a Malga Campobrun, nella conca sotto il Rifugio Scalorbi, che sarebbe molto esterna al perimetro entro il quale si è mosso in questi anni il branco della Lessinia guidato da Slavc e Giulietta. Si tratterà di capire se siano esemplari in dispersione o se si stia formando là un nuovo branco. Malga Campobrun è in trentino e anche per la parte trentina della Lessinia e del Carega si registra un consistente aumento di predazioni: con 14 animali uccisi da gennaio ad oggi si è raggiunto il numero totale di predazioni dell’intero 2015.

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti