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Grunda: «Qui si comunica
con 4-5 satelliti militari»

L’interno della stazione
L’interno della stazione
L’interno della stazione
L’interno della stazione

La stazione terrestre di comunicazione satellitare di Lughezzano (Satcon Ground Station F14; SGS F14 in codice) è nata da un progetto Nato degli anni Sessanta, costruita nel 1978 e attiva operativamente dal 1985, con lo scopo di mettere in comunicazione l’Italia con gli altri stati membri dell’Alleanza atlantica. Nel 2004, in seguito ad approfonditi studi, indagini e valutazioni, la Nato che disponeva in Europa di una ventina di queste stazioni, le ha selezionate e ridotte a quattro, decidendo di potenziarne due, la F1 di Kester, in Belgio e la F14 di Lughezzano. Per questo motivo si sta lavorando per un adeguamento strutturale e tecnologico con la costruzione di altre tre nuove antenne, una come quella esistente, di 11,8 metri di diametro, e altre due più grandi di 16 metri di diametro. Nella base lavorano attualmente persone appartenenti all’Aeronautica militare italiana, ai Carabinieri e personale civile della Nato. «La base fornisce il servizio di comunicazione a tutte le unità Nato dislocate nel mondo: in pratica fa da centralino di smistamento dei dati che arrivano e partono verso i satelliti geostazionari. Qui c’è la spina dorsale delle comunicazioni Nato», rivela l’ingegnere Csaba Grunda, «da qui si intercettano e si comunica con quattro-cinque satelliti militari. La base serve per ricevere e trasmettere verso i luoghi dove non c’è altra possibilità di comunicazione se non attraverso la via satellitare, come le navi in mezzo all’oceano, gli aerei, le unità militari che operano in posti isolati». V.Z.

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