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«Gli ambientalisti hanno
una visione bucolica
La vita qui è a ostacoli»

Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi

«Noto che la quasi totalità degli interventi dal campo ambientalista sulla mia proposta, che prevede la possibilità per i sindaci di rivedere i confini e la zonizzazione del Parco della Lessinia, proviene da persone che vivono lontane da questa realtà montana. Di tale realtà hanno a volte una visione bucolico-fiabesca, fuori dalla realtà», afferma il consigliere regionale Stefano Valdegamberi. La sua è la reazione alle ultime uscite di varie forze ambientaliste in materia di parchi veneti e della Lessinia in particolare. «La montagna è di tutti, è vero. Ma lo sono anche la città e la pianura dove vivono e dove non hanno fatto nulla perché non venisse sfregiata, pensando ora di ripulirsi la coscienza creando una riserva indiana dove tutto è proibito o reso complicato», commenta.

Per l’esponente della Lista Zaia, «Coloro che amano più di tutti la nostra bella montagna sono i montanari che, nonostante le mille sirene che ogni giorno li porterebbero a scendere in città, resistono e qui hanno deciso di sviluppare le loro attività e di dare un futuro ai loro figli». Cita i sacrifici e i costi aggiuntivi per andare a scuola, fare la spesa, raggiungere un ospedale. «I pochi lavori rimasti qui sono limitati nel corso degli anni da una somma di vincoli burocratici che ogni giorno mettono sotto ricatto queste attività, soprattutto quelle agricole e silvo-pastorali. Direttive assurde stabiliscono i giorni in cui puoi spargere il letame e quelli in cui è vietato. Per pulire una pozza di abbeveraggio del bestiame ci vuole domanda in carta bollata e mesi per la risposta». Il consigliere elenca ancora: «Per riassettare un muretto in pietra caduto servono montagne di carte e permessi, come si dovesse costruire una casa. Se devi sistemare una strada bianca dilavata dai temporali occorrono permessi su permessi. Aggiungere un piccolo vano per un servizio igienico a una malga è proibito. Emblematico è un lavoro per collegare un impianto fotovoltaico a un edificio pubblico: ci sono voluti anni di carte e di permessi. Non è possibile dotare di un bagno un edificio utilizzato dal Cai: vietato fare i propri bisogni! E questo sarebbe il Parco che garantisce lo sviluppo della montagna veronese?». «La concezione ideologica che alcune associazioni ambientaliste mantengono è la prima nemica dell’ambiente. Non abbiamo bisogno di consigli da parte di quelli che non sono stati in grado di darci buoni esempi nella conservazione del territorio in cui vivono», conclude.V.Z.

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