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Forestale, Polizia
provinciale e Parco
premiati per i lupi

Alcuni lupi avvistati in Lessinia
Alcuni lupi avvistati in Lessinia
Alcuni lupi avvistati in Lessinia
Alcuni lupi avvistati in Lessinia

Starà nell’ufficio del comandante provinciale del Corpo forestale dello stato, Isidoro Furlan la bandiera verde di Legambiente che la Carovana delle Alpi, la campagna nazionale sullo stato di salute dell’arco alpino, ha consegnato in Veneto a Forestale, Polizia provinciale e Parco naturale regionale della Lessinia per il lavoro di monitoraggio che dura da quattro anni sull’evoluzione della popolazione di lupo.

«Quando cambierò divisa, passando nell’Arma dei carabinieri, sarà mio dovere portare la bandiera alla Polizia provinciale», ha promesso Furlan. E prontamente la comandante Anna Maggio ha aggiunto: «Credo che la sede del Parco naturale sia il luogo più adatto per conservare questo riconoscimento».

E così sarà di comune accordo, dopo che Furlan, Maggio e il guardiaparco Paolo Parricelli hanno ricevuto il drappo verde dalle mani di Nino Morabito, responsabile fauna e biodiversità di Legambiente nazionale.

La cerimonia si è svolta nella sede di via Bertoni, dove la presidente provinciale dell’associazione del Cigno, Chiara Martinelli, ha ricordato «che in montagna, più che altrove, tra i rappresentanti dello Stato si osservano numerosi esempi virtuosi, persone capaci di un senso del dovere praticato con quella dedizione che ci si aspetterebbe di vedere sempre e ovunque nel nostro Paese».

Forestali, Polizia provinciale, guardiaparco lavorano sul campo, monitorano il branco, parlano con gli allevatori, eseguono i rilevi sulle predazioni che vengono segnalate, si occupano di istruire le pratiche per gli indennizzi regionali agli allevatori vittime di predazioni.

«Ma in Lessinia il loro compito è andato oltre e il loro monitoraggio, con la compilazione dei verbali assieme al Servizio veterinario delle Ulss è l’unica attività efficace che il progetto Life WolfAlps ha attuato in Veneto», denunciano Lorenzo Albi e Angelo Mancone di Legambiente Verona, «e i loro interventi nelle scuole stanno consentendo una corretta informazione sulla biologia del lupo e sulle pratiche di prevenzione per limitare i danni ai capi domestici. Grazie a loro resta viva la speranza che non si arrivi all’esasperazione e ci si possa muovere verso modalità di gestione che permettano di evitare traumatiche azioni ai danni dei carnivori».

Morabito ha definito il lavoro di monitoraggio in Lessinia «una buona pratica e un esempio positivo di lavoro per ridurre i contrasti, tra figure istituzionali viste come repressive ma che sono invece attente al dialogo e al confronto. Qui era andata persa la consuetudine di convivenza con i lupi come si è conservata sugli Appennini e questo ritorno del predatore ha portato gravi difficoltà dal momento che il lupo da grande opportunista ha rivolto le sue attenzione ai capi domestici. Animali che», ha aggiunto, «accuditi dagli allevatori hanno delegato a loro anche la tutela della propria sicurezza non essendo più in grado di pensarci da soli come quand’erano selvatici».

«Ringrazio per il riconoscimento», ha commentato la comandante della Polizia provinciale Anna Maggio, «tanto più prezioso perché ottenuto grazie alla sinergia di forze che lavorano insieme per il raggiungimento di un obiettivo. Adesso il nostro compito è di aiutare gli allevatori a mettere in atto tutti gli accorgimenti perché la loro attività non subisca il danno della presenza dei predatori: la sfida è forte e va affrontata con coraggio».

«Siamo solidali con gli allevatori perché come corpo di tutela del territorio siamo nati proprio a fianco dell’agricoltura e delle foreste», ha aggiunto il comandante Furlan, «e io stesso sono agronomo di formazione. Ci sono i rimborsi per le predazioni ma ci sono valori affettivi che non sono rimborsabili. D’altra parte il lupo fa il suo mestiere cercando di sprecare meno energie possibili e la vigilanza non è mai abbastanza. Anche noi chiediamo rinforzi per il nostro lavoro», è stato il suo appello, ringraziando per il riconoscimento «il migliore che mi sia arrivato e proprio negli ultimi mesi che indosso questa divisa». Ha concluso Paolo Parricelli ringraziando a sua volta a nome del Parco per la Bandiera verde e ricordando l’importanza del monitoraggio eseguito sul campo, «che permette di smontare dicerie, numeri fantasiosi, convinzioni errate. Dovrà continuare nel futuro perché è importante partire da una base scientifica certa per qualsiasi decisione si voglia prendere rispetto ai lupi».

Vittorio Zambaldo

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