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Vive a Giazza

Fino a Capo Nord
in 13 giorni di bici
L'impresa di Michela

Con lei l'altoatesino Gamper
Michela e Stefano
Michela e Stefano
L'impresa di Michela e Stefano (Foto Zambaldo)

In tredici giorni, macinando una media di 350 chilometri al giorno, senza nessuna assistenza al seguito, dormendo pochissimo, al massimo due ore, e neanche tutte le notti, la padovana Michela Ton, da sei anni residente a Giazza, e l’altoatesino Stefano Gamper sono arrivati a Capo Nord, decimi con lo stesso tempo di 13 giorni, 3 ore e 36 minuti, due giorni in più del vincitore, l’abruzzese Paolo Laureti.

Michela è arrivata prima e unica delle donne perché tra gli 80 iscritti e i 55 partiti, l’unica rimasta in gara tra le donne è stata lei e c’è ancora chi, tra i maschi, sta pedalando anche in questi giorni per arrivare alla meta. I pistonieri dell’Abbazia di Badia Calavena, con il presidente Nereo Stoppele, li hanno voluti festeggiare insieme al bar gelateria L’Abazia di piazza Mercato, offrendo loro un libro dell’associazione e ascoltando dalle parole di entrambi il racconto di quei tredici giorni di fatica.

Michela arriva da altre imprese analoghe: è stata nel 2011 dalla Patagonia all’Alaska in solitaria in un anno e un mese, percorrendo 22mila chilometri e nel 2014 ha attraversato con Stefano gli Stati Uniti da costa a costa, lungo 7mila chilometri e 65mila metri di dislivello. In quell’occasione erano stati la prima coppia a classificarsi. Michela ha praticato atletica fin da piccola e si è avvicinata alla bicicletta come riabilitazione dopo un intervento al crociato.

Stefano, grande alpinista dolomitico, dopo un incidente in parete si è dedicato al triathlon e poi alle lunghe distanze. Insieme si sono fatti coraggio nei momenti più duri e il sonno è stato il bisogno più difficile da accontentare: «Perché meno riposi fai, più avanti vai, soprattutto nei paesi nordici dove fa chiaro fino a tardi e questo ti invoglia a continuare a pedalare anche fino alle tre di notte. Però abbiamo fatto anche quattro giorni di seguito senza dormire», rivelano. Saranno ancora in sella per altre lunghe distanze perché la voglia di misurarsi e scoprire i propri limiti per entrambi non accenna a diminuire.

Vittorio Zambaldo

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