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Festa dei trombini
Esplosione
di tuoni e colori

Spari alla festa in costume, alla quale sono  intervenuti i quattro gruppi di associazioni di trombini gemellati FOTOSERVIZIO AMATO
Spari alla festa in costume, alla quale sono intervenuti i quattro gruppi di associazioni di trombini gemellati FOTOSERVIZIO AMATO
Spari alla festa in costume, alla quale sono  intervenuti i quattro gruppi di associazioni di trombini gemellati FOTOSERVIZIO AMATO
Spari alla festa in costume, alla quale sono intervenuti i quattro gruppi di associazioni di trombini gemellati FOTOSERVIZIO AMATO

Si è celebrato nei migliori dei modi il 40° anniversario della fondazione dell’associazione folcloristica i Trombini di San Bartolomeo, con la presenza di tantissimi visitatori e degli ospiti dei quattro gruppi gemellati (Salzburger Festungs - Prangerstutzen - Schützen; Böllerschützen Pfaffenwinkel; Der Ebersberger Böllerschützen; Schützengersellschaft Hirsch Lenzfried e Sportschützengau di Landsberg am Ech) a cui si è aggiunto un nuovo gruppo austriaco proveniente da Bad Ischl.

La presenza di tanti sparatori ha reso unica la giornata di domenica con una sarabanda di botti iniziati al termine della messa celebrata in italiano e tedesco dal salesiano don Fulvio, a cui i gruppo di San Bortolo ha fatto dono del gagliardetto dell’associazione.

Con le loro pesanti pistole a canna lunga, simili a dei fucili ad avancarica, hanno sparato per primi tutti gli ospiti bavaresi nei loro splendidi costumi. Poi non si sono risparmiati i trombini, con un doppio giro di spari aperti con un botto singolo dal presidente Mauro Dal Zovo: si sono esibiti in coppia, in triplo e quadruplo, sparando in sequenza e anche all’unisono, ricevendo applausi e complimenti da tutti. La novità di questa edizione della festa è stata anche la presenza di un cannoncino di particolare potenza, portato dagli amici bavaresi, che è stato messo in funzione a terra con l’ausilio di una miccia.

Il caldo e il sole che sono durati per tutta la giornata hanno reso ancor più partecipata la festa, durante la quale sono corsi fiumi di vino e birra. Il via era stato dato sabato sera con l’apertura di una botte di birra arrivata direttamente dalla Baviera, con l’impegno che sarebbe dovuta ritornare vuota. Come da tradizione l’apertura è stata affidata al sindaco, e Walter Brilmayer, primo cittadino da 22 anni di Ebersberg, ha mostrato di aver acquisito l’esperienza necessaria, centrando con pochi e decisi colpi di martello l’obiettivo.

La figura del fondatore dell’associazione Gianni Faè è stata ricordata in un convegno in cui sono intervenuti il presidente del Curatorium Cimbricum Veronense Vito Massalongo e gli studiosi Gianni Rapelli e Carlo Caporal. Ne hanno tracciato il ricordo e il merito di aver messo in luce questa realtà: «Fino ad allora di trombini a Verona non si sapeva davvero nulla», ha riconosciuto Rapelli, che gli fu amico.

Ci sono stati anche momenti commoventi come il ricordo di Gino e Gildo Gaiga e di Clementino Gugole, scomparsi nell’ultimo anno e che hanno lasciato nell’associazione dei Trombini di San Bortolo un ricordo indelebile. «Se siamo ancora qui a festeggiare i nostri primi 40 anni lo dobbiamo ai soci fondatori e ai tanti che in questi anni vi hanno creduto. Ci sono nuove leve», ha detto il presidente Mauro Dal Zovo, «ed è segno che è garantita continuità degli ideali dell’associazione, perché continui ad essere voce possente dei cimbri».

Il sindaco Aldo Gugole si è complimentato con i relatori e gli associati per il lavoro di conservazione del patrimonio culturale e tradizionale ed ha garantito il sostegno suo e dell’amministrazione per queste finalità.

«Sono molto felice dell’ospitalità che troviamo sempre quando veniamo qui, del calore della gente, del paesaggio e delle tradizioni che troviamo stupende», ha commentato Brilmayer, il collega primo cittadino di Ebersberg, mentre con tutti i rappresentanti delle associazioni presenti ci sono stati scambi di doni. «Il regalo più bello è aver visto un museo della Grande guerra e aver capito che cent’anni fa i nostri nonni si sono combattuti in un conflitto terribile, mentre oggi noi siamo qui a fraternizzare insieme», è stata la conclusione di un rappresentante degli sparatori tedeschi.

Vittorio Zambaldo

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