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Don Giacomi: «Tutti
ci hanno rassicurato»

Don Nicola Giacomi, responsabile del centro diocesano per la pastorale giovanile e direttore dei campi Saf (Settimane di azione e formazione) a Campofontana, ha fatto ieri il pellegrino fra gli uffici di Questura, Prefettura e Comando provinciale dei carabinieri. Ha la responsabilità di duemila ragazzi, che a turni di una settimana salgono a Campofontana dalle diverse parrocchie della provincia. «Mi prendo tante responsabilità dal punto di vista sanitario e della sicurezza», aveva raccontato il sacerdote a L’Arena, «ma non saprei che cosa fare per tutelare i miei ragazzi da un incontro ravvicinato con il lupo. Nessuno mi firma una dichiarazione che siano animali di cui non si debba temere la presenza, sopratutto di prima mattina quando porto i ragazzi a contemplare il sorgere del sole o la sera tardi a meditare sulla Collina del silenzio».

Di qui il suo pellegrinaggio tra le più alte cariche deputate alla sicurezza per avere delle risposte. Ci sono state? «Siamo stati accolti da tutti con cordialità e secondo le loro competenze ciascuno sta cercando di venire incontro alle nostre esigenze», anticipa don Nicola. «Abbiamo parlato in Questura, in Prefettura, al Comando dei carabinieri, incontrato i carabinieri forestali e in settimana incontreremo la Polizia provinciale. Vorremmo avere anche un colloquio franco con la Regione e i responsabili del progetto Life WolfAlps. Ci hanno rassicurato sul fatto che il lupo è animale schivo, che normalmente rifugge il frastuono, l’odore e la presenza umana. Noi continuiamo a lavorare per portare al massimo il livello di sicurezza dei nostri ragazzi e il contatto con le istituzioni sarà costante», aggiunge don Nicola, che si è fatto anche portavoce dell’esasperazione degli allevatori.

«Non abbiamo nascosto la nostra vicinanza a loro e chiesto che le istituzioni si prendano a cuore anche i problemi del loro lavoro e delle loro famiglie. Per quanto ci riguarda, continueremo ad operare per garantire al massimo la sicurezza e il dialogo».

Sono girate voci che ci siano state defezioni tra i ragazzi e che alcuni genitori siano venuti a prelevarli prima del previsto: «Non è vero. Sono andati via quelli che avevano terminato la loro settimana e sono stati sostituiti da altri. Non c’è stata nessuna rinuncia a partecipare, tra quelli che si erano iscritti».

Intanto il consigliere regionale Stefano Valdegamberi ha chiesto al presidente Luca Zaia e al prefetto Salvatore Mulas di allontanare i lupi almeno dai centri abitati: «In assenza di interventi di urgenza e di emergenza da parte delle istituzioni, i cittadini saranno legittimati a provvedere all’abbattimento dei lupi che mettono in pericolo la loro incolumità. È assurdo vivere in uno stato di coprifuoco perenne per colpa di quattro benpensanti animalisti che scaricano il problema a casa degli altri, rovinando l’ economia della montagna», scrive Valdegamberi in un comunicato, dove cita le predazioni a Campofontana, la presenza dei campi Saf della diocesi con numerosi ragazzi e il caso di una donna di Cerro che avrebbe visto più volte il lupo davanti a casa e avrebbe paura ad uscire di sera. In merito a quest’ultima notizia una verifica con carabinieri, carabinieri forestali e polizia locale ridimensiona il caso.

La signora vive all’ingresso del paese. Su sua insistenza per due mesi carabinieri forestali e polizia locale hanno adottato tutti gli accorgimenti del caso, anche in incognito per non allarmare i vicini. Sono state posizionate videotrappole puntate sulla casa e verso il bosco vicino. Sono state collocate gabbie trappola munite di esche come la signora ha più volte richiesto, con l’unico risultato di non venire a capo di nulla se non del fatto che la ciotola con i croccantini era spesso vuota e fuori dalla gabbia: «Un lupo intelligente che mangia senza restare prigioniero», è stata la spiegazione della signora. In realtà il meccanismo di chiusura della porta scatta solo se entra nella gabbia un animale con un peso superiore a 25 chili. Se entrano gatti, colombi, faine, mangiano e se ne escono impunemente. E magari ritornano, se la scorta viene ripristinata. V.Z.

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