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Diplomati in cimbro e premiati
per le loro poesie e i racconti

I partecipanti con l’attestato al termine del corso di cimbro
I partecipanti con l’attestato al termine del corso di cimbro
I partecipanti con l’attestato al termine del corso di cimbro
I partecipanti con l’attestato al termine del corso di cimbro

Ha chiuso con la distribuzione dei diplomi e gli applausi alla cinquantina di iscritti che hanno completato il ciclo, il corso di cimbro «Bar lirnan tauc», tenuto da Antonia Stringher con la collaborazione di Marco Dal Bosco e Roberto Roncari e la partecipazione dei residenti a Giazza e di madrelingua cimbra: Daniele Dal Bosco, Bruna Dal Bosco Eibaner, Abramo Dal Bosco e Mario Rozza.

Gli appuntamenti di quest’ anno si sono articolati sulla grammatica come ripasso generale e introduzione per i nuovi iscritti; la nomenclatura di animali e piante, alcuni esercizi per casa e tanta conversazione con i madrelingua cimbra.

Ma la vera novità di quest’ anno è stato il progetto di traduzione che ha visto i partecipanti dividersi in piccoli gruppi e mettersi all’opera per tradurre ciascuno una favola di autori classici, da Esopo, ai fratelli Grimm, ad Andersen e Perrault, lavorando con entusiasmo affiancati dai madrelingua.

«Dobbiamo un grazie all'amministrazione comunale di Selva di Progno che ha favorito il progetto e messo a disposizione i locali; ai volontari che hanno seguito tutti i lavori di segreteria; ai partecipanti che si sono impegnati con serietà nella frequenza e nel profitto», ha esordito Stringher, citando anche i complimenti venuti da Alessandra Tomaselli, docente di Germanistica all’università di Verona, che ha apprezzato molto il lavoro svolto già nell’anno passato. «Grazie a questi stimoli l’impegno non finisce qui, ma anzi abbiamo nuova forza per andare avanti», ha assicurato Stringher.

I risultati si vedono grazie anche ai riconoscimenti ottenuti dai cimbri veronesi che partecipando alla sesta edizione del Premio Tönle Bintarn di Luserna (Trento) per elaborati inediti in lingua cimbra, hanno ottenuto significativi riconoscimenti: per la sezione Tredici Comuni, ha vinto Bruno Corradi col componimento Gapaita («L’attesa») e si sono ben piazzati con altre poesie Marco Dal Bosco, Roberto Roncari e Lorenzo Maimeri, nonché Sabrina Cattazzo con un racconto sul basilisco.

«SALVARE LA LINGUA e la cultura cimbra da cui proveniamo è nostro dovere», ha commentato la vicesindaca Elisabetta Peloso, portando ai partecipanti il saluto dell'amministrazione. «Negli incontri che facciamo con le altre minoranze linguistiche delle Alpi notiamo chi sta meglio di noi per i finanziamenti e le possibilità che sono loro concessi indiscutibilmente, ma sono convinta che se il cimbro si salva, come lingua e cultura, è per la nostra passione e per l’impegno che ci investiamo per non perderlo per sempre».

In conclusione il palcoscenico è stato tutto per Mario Rozza, che ha cantato su musica da lui composta una composizione del poeta di Giazza Eligio Faggioni (Kan Proke ume Rabacar, cioè «Sul ponte di Ravaro», località nei pressi di Giazza) costruita imitando con l’armonica a bocca i rumori dell’acqua del Progno. V.Z.

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