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IL PREDATORE E IL WWF

Dalla Lessinia ad Ala
Il "raid" dei lupi
catturato in un video

Un fermo immagine dal video Life Wolf Alps
Un fermo immagine dal video Life Wolf Alps
I lupi della Lessinia in Val d'Ala (video Life WolfAlps)

Il lupo continua a fare discutere. E il Wwf rilancia un appello al Governo per la ridiscussione del "Piano" dedicato al predatore, la cui presenza (non priva di effetti collaterali sull'allevamento) si va consolidando sull'arco alpino.

 

Quelli della Lessinia, la "famiglia Slavc-Giulietta", si fanno cogliere intanto da una fototrappola in Val d'Ala (più nota nel Veronese come valle dei Ronchi) mostrando un comportamento tipico della specie: l'avanzata su un sentiero noto, lo stop, il cosiddetto "freezing", di fronte a una "percezione" anomala, forse un disturbo di natura ambientale o umana. Una situazione cui i due esemplari ripresi reagiscono in modo differente, il primo (forse un giovane delle prime cucciolate) avanzando; la seconda, assai probabilmente la femmina Alpha, la capostipite Giulietta, retrocedendo. Sullo stesso percorso, pochi minuti dopo, appaiono quello che per struttura e portamento sembra essere Slavc, accompagnato da un altro esemplare dall'andatura più dimessa. I due video, diffusi sul sito del progetto europeo Life Wolf Alps e rilanciato anche dal sito Montagna.tv.it, documenta un momento della vita sociale del branco.

 

Dal Trentino arrivano intanto segnalazioni di una probabile coppia in formazione e altre, ancora isolate, di esemplari in attesa di identificazione genetica. Il dato certo, al momento, è il ritorno del predatore. Un ritorno spontaneo, a dispetto di ogni insinuazione contraria. Intanto è il Wwf italiano mobilitarsi sulla vicenda, con un appello al Governo per la ridiscussione sul cosidetto "Piano Lupo" che, sia pure in casi estremi, arrivava a prevedere l'abbattimento "selettivo" di alcuni esemplari.

 

LA LETTERA DEL WWF. “Il Piano lupo ritorni nei prossimi giorni in discussione in sede tecnica, con un confronto aperto a tutte le parti interessate, partendo però da un punto fermo, l’abbattimento legale del Lupo non può essere un metodo per la gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche”. Lo scrive la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi in una lettera in cui il WWF chiede al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, ai presidenti e agli assessori regionali competenti una rapida approvazione del Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia con lo stralcio del paragrafo III.7 in cui è prevista la possibilità di abbattimenti legali. La lettera al Ministero e alle Regioni è accompagnata da un documento in cui l’Associazione spiega, nel dettaglio, le motivazioni della propria opposizione all’ipotesi di abbattimenti legali. In particolare il WWF sottolinea che per l’oggettiva carenza di dati attendibili sullo status della popolazione della specie (in particolare per la sottopopolazione appenninica), sull’incidenza della mortalità dovuta al bracconaggio, sulla reale entità e localizzazione dei danni alla zootecnia e la carente applicazione delle soluzioni e tecniche per la loro prevenzione in molte regioni, non sussistano le condizioni per l’applicazione di deroghe. Oggi è possibile un accordo per lo stralcio del paragrafo III.7, come auspicato anche dalla maggioranza dei Presidenti delle Regioni: 11 su 20 hanno, infatti, pubblicamente dichiarato la loro posizione contraria ad un Piano che contempli anche la possibile autorizzazione agli abbattimenti legali.

 

Per il WWF è vitale che l’accordo della Conferenza Stato-Regioni indichi anche le fonti per il finanziamento dell’attuazione del Piano di gestione del Lupo: infatti, per evitare che le azioni previste restino prive di copertura e, quindi, sostanzialmente inapplicate, i costi non possono essere a carico solo delle Regioni. Per l’Associazione esiste il rischio che, una volta approvato, il Piano possa rimanere sostanzialmente non attuato, come già accaduto con la precedente versione del 2002.

 

Per questo è importante prevedere l’immediata attivazione, da parte della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, della “Piattaforma Nazionale Lupo” indicata al paragrafo II.3.4 del Piano, per un opportuno coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle azioni previste, con il coinvolgimento di tutte le parti sociali ed economiche interessate e non solo dei soggetti istituzionali competenti. Il Piano dovrà dare priorità agli interventi per la prevenzione ed un equo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, per la lotta al bracconaggio, per il contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane-lupo ed alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia.

 

Nei giorni che ci separano dalla riunione della Conferenza Stato-Regioni chiamata ad approvare il documento (informazioni attendibili parlano del 23 febbraio) è possibile trovare un accordo per arrivare ad un Piano che, in tutti i suoi aspetti, riconosca il valore del lupo come componente del capitale naturale della Nazione, senza trascurare il valore che le attività del settore zootecnico hanno per l’economia rurale del nostro Paese. Il WWF auspica la ripresa del confronto in sede tecnica e politica, tra Ministero dell’Ambiente e Regioni, ma è pronto alla mobilitazione insieme ai tantissimi cittadini che lo scorso 2 febbraio hanno fatto sentire, forte e chiara, la propria voce in difesa del lupo.

Paolo Mozzo

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