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Da «Behemoth» a «Sòtano»
vince il fascino del sottosuolo

Fotogramma da «Behemoth» di Zhao Liang sull'impatto delle miniere di carbone in MongoliaUna scena di «The Tie», tra i film di animazione della sezione ragazziUn momento di «Arreo», dell’argentino Tato Moreno: è tra i film in concorso, propone la vita transumante di un pastore di capre sulle Ande
Fotogramma da «Behemoth» di Zhao Liang sull'impatto delle miniere di carbone in MongoliaUna scena di «The Tie», tra i film di animazione della sezione ragazziUn momento di «Arreo», dell’argentino Tato Moreno: è tra i film in concorso, propone la vita transumante di un pastore di capre sulle Ande
Fotogramma da «Behemoth» di Zhao Liang sull'impatto delle miniere di carbone in MongoliaUna scena di «The Tie», tra i film di animazione della sezione ragazziUn momento di «Arreo», dell’argentino Tato Moreno: è tra i film in concorso, propone la vita transumante di un pastore di capre sulle Ande
Fotogramma da «Behemoth» di Zhao Liang sull'impatto delle miniere di carbone in MongoliaUna scena di «The Tie», tra i film di animazione della sezione ragazziUn momento di «Arreo», dell’argentino Tato Moreno: è tra i film in concorso, propone la vita transumante di un pastore di capre sulle Ande

Il sottosuolo come montagna rovesciata, o come il vuoto lasciato dalla terra che si inarca a formare le montagne, è il tema della XXII edizione del Film Festival della Lessinia che racconta vita, storia e tradizioni della gente di montagna di ogni continente.

L’omaggio tematico al sottosuolo propone domani alle 16, al teatro Vittoria, un evento musicale in anteprima mondiale. È firmato dallo scrittore Paolo Di Stefano e dalla cantante Etta Scollo, ricorda la tragedia di Marcinelle, nel sessantesimo anniversario dello scoppio nella miniera del Bois du Cazier, dove trovarono la morte 262 persone, tra cui 136 minatori italiani. Dal libro La Catastròfa, di Paolo Di Stefano (Sellerio 2011), la siciliana Etta Scollo ha composto l’omonimo oratorio musicale per canto, chitarra e voce narrante. Con lei sul palco del teatro Vittoria, l’attore Leonardo De Colle, autore dell’adattamento del testo, a dare musica e voce alle testimonianze di vedove, orfani, sopravvissuti e soccorritori, le cui storie si intrecciano con la ricostruzione giudiziaria dedotta dalle carte processuali e dagli interrogatori.

L’archetipo di tutti gli abissi, quello che nella nostra cultura greco-romana e giudaico-cristiana per primo si apre nella mente, è tuttavia l’Inferno, evocato dall’immagine dantesca della voragine che si apre sotto i piedi di Lucifero, precipitato dal cielo al centro della terra per il suo peccato di superbia.

Non a caso ad aprire l’omaggio tematico al sottosuolo del Film Festival della Lessinia di quest’anno è stato proprio Inferno di Francesco Bertolini, il colossal che nel 1911 segnò una rivoluzione nella storia del cinema italiano. Il Festival lo ha presentato, nella copia restaurata dalla Cineteca di Bologna, con una nuova colonna sonora composta e diretta dal vivo dal jazzista trombonista, compositore ed arrangiatore Mauro Ottolini. A lui infatti è stata affidata una inedita versione musicale della pellicola, eseguita in anteprima mondiale ieri alle 21 al teatro Vittoria, con un eccezionale ensemble di polistrumentisti da lui diretti, già membri della sua prestigiosa Sousaphonix Band ad accompagnare dal vivo il capolavoro di Bertolini.

Anche il direttore artistico del Film Festival, Alessandro Anderloni, ha voluto celebrare il ricordo della tragedia con Belgìca d’amore, nuova produzione in scena al teatro Orlandi di Velo Veronese con Le Falìe.

Alle miniere il Festival dedicherà un programma ampio e circostanziato, a partire dal film d’apertura Behemoth del regista cinese Zhao Liang sui lavoratori nelle miniere di carbone della regione centrale della Mongolia.

Di due maestri del documentario italiano, Vittorio De Seta e Luigi Di Gianni, il Festival presenterà il racconto delle miniere di zolfo siciliane e del culto delle pietre nelle grotte abruzzesi. E in questa l’indagine sul rapporto tra grotte e uomini e sui rituali di cui le grotte sono teatro dagli albori dell’umanità, si inserisce lo spettacolare Le Dernier Passage di Pascal Mangontier, con le immagini girate nella celebre Grotta Chauvet, con le sue pitture rupestri di 36mila anni fa.

All’esplorazione sotterranea, il Festival dedica tre filoni tematici. Il primo presenta un trio di film che, nel panorama speleologico, sono particolarmente attenti al rapporto tra il sottosuolo e l’insopprimibile desiderio dell’uomo di svelarne i misteri. Sono L’Abisso di Alessandro Anderloni, con la narrazione di ottant’anni di esplorazioni nella Spluga della Preta in Lessinia; Sótano di Marco Preti, che tratteggia la singolare figura di Giuseppe De Coriolis, e un’altra rarità, quel Siphon 1122 che negli anni Sessanta documentò la discesa nel Gouffre Berger, fin oltre i mille metri di profondità, con la solennità della colonna sonora affidata all’organo.

Il secondo filone tematico è quello della narrazione d’avventura e non poteva mancare il Viaggio al centro della terra di Henry Levin, la più affascinante tra le numerose opere cinematografiche che il libro di Jules Verne ha ispirato. Infine, un caso cinematografico tra i più rocamboleschi in Italia, quello di Ciro Ippolito che nel 1980 riuscì ad ottenere i diritti per girare Alien 2 - Sulla terra, sequel «apocrifo» del ben più celebre Alien di Ridley Scott. Uno splatter d’altri tempi.

Vittorio Zambaldo

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