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«Così viviamo con la volpe a mezza pensione»

La volpe arriva tutte le sere per rifocillarsi a contrada Masenello
La volpe arriva tutte le sere per rifocillarsi a contrada Masenello
La volpe arriva tutte le sere per rifocillarsi a contrada Masenello
La volpe arriva tutte le sere per rifocillarsi a contrada Masenello

Dal 12 gennaio, una giornata non particolarmente fredda e neanche nevosa, una giovane volpe ha cercato e trovato compagnia nella famiglia di Daniela e Diego Papa in contrada Masenello, un pugno di case cimbre al confine fra i boschi e gli alti pascoli, con solo due famiglie residenti, quattro persone in tutto. «Si è presentata di sera, verso le 17.30, rimanendo accovacciata davanti alla finestra. Ha continuato a farlo per un paio di giorni finché ci siamo decisi di metterle fuori un piatto con qualche boccone. Da allora si presenta puntuale tutte le mattine e le sere: arriva prima dell’alba, verso le 4.30, mangia e poi sparisce per l’intera giornata», raccontano i coniugi Papa, «per tornare dopo il tramonto, quando è già buio, verso le 18.30». Il rituale è il solito: si ferma sotto la finestra e aspetta. Se deve aspettare a lungo perché si dimenticano di guardare se caso mai fosse arrivata, è lei ad annunciarsi saltando sul davanzale della finestra e mostrandosi dai vetri e se non bastasse grattando con le zampine contro gli infissi. Non ha un nome e non si sa se sia maschio o femmina: «Avrei voluto chiamarla Adriana, come l’attrice e conduttrice televisiva Adriana Volpe, ma ho anche la suocera che si chiama Adriana e allora la chiamo semplicemente Volpe», dice Diego, avvicinandosi alla finestra e facendo un caratteristico fischio di richiamo. Non arriva subito, com’è giusto che sia per un selvatico che ha i suoi ritmi e i suoi impegni, ma arriva, e anche puntuale, come fa un galantuomo o una signora distinta. La cena è alcune volte un piatto di pastasciutta condita con una cucchiaiata del sugo di arrosto che sta rosolandosi sulla stufa: una cena da re. Poi di dessert una manciata di carne in bocconcini, quella per cani. «Se ne va, se arriva gente, ma i passaggi in contrada sono talmente rari che Volpe sta tranquilla acciambellata sotto la finestra a dormire anche per delle ore», raccontano dalla famiglia Papa. Quando si alzano al mattino è già sotto la finestra: si allontana se arriva qualcuno, ma torna appena la strada è libera; se ci sono estranei in casa non cambia le sue abitudini perché arriva puntuale e si sente protetta. Il cibo è in quantità moderata: «Non vogliamo si abitui a prenderlo da noi e dimentichi di cacciarlo per conto suo: ci fa piacere questa presenza a mezza pensione, ma siamo convinti che debba restare selvatica», dicono Daniela e Diego, cittadini trapiantasi in questa sperduta contrada quando è arrivata la pensione, perché era sempre stato il loro sogno una vita a contatto diretto con la natura. Hanno restaurato con attenzione e amore una casa antica, preservando tutto quanto c’era e limitandosi solo alla pulizia e al risanamento. Diego frequenta tutti il giorni i dintorni, ha appuntamenti quotidiani con caprioli e camosci: «Mi siedo nel bosco e li aspetto; arrivano dopo un po’ quando sentono i miei caratteristici colpi di tosse», retaggio di un amore per le sigarette da cui ha dovuto divorziare per salvarsi la vita, «e si fermano a una ventina di metri pascolando tranquilli. A un certo punto sono io che li caccio spaventandoli, alzandomi e facendo rumore, perché non voglio che diventino troppo confidenti. Qui gira una manica di bracconieri...», confida. Hanno avuto un cane pastore tedesco, Laika, vissuta in casa e Jack, un cane della contrada che veniva spesso alla finestra come Volpe a chiedere cibo: «Io credo un po’ nella reincarnazione», aggiunge Diego, «e mi sono convinto che potrebbe essere Jack tornato a trovaci». • V.Z.

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